lunedì 27 aprile 2009

Il Papa nelle zone del terremoto in Abruzzo. Onna si prepara a ricevere Benedetto XVI: attesa ed emozione fra i terremotati

Saranno le famiglie più colpite dal terremoto, quelle che hanno perso i loro parenti sotto le macerie nella notte del 6 aprile scorso, ad incontrare domani Papa Benedetto XVI in visita a Onna. Volontari della Protezione civile e forze dell'ordine stanno predisponendo tutto per il suo arrivo: dalle transenne ai passi che indosseranno i residenti della tendopoli, gli unici autorizzati ad essere presenti all'incontro. I più emozionati per la visita del Papa sono il parroco don Cesare, il priore della Congregazione di Santa Maria Santissima delle Grazie, Paolo Paolucci, che nella tragedia ha perso la madre e la sorella, e le suore della Presentazione di Maria Santissima al Tempio, che a Onna gestivano una scuola materna ormai distrutta. "Al Pontefice - spiega il priore, che si prende cura ogni giorno della tenda adibita a chiesa - chiederò di benedire le nostre tre campane della chiesa di San Pietro finite sotto le macerie, ma poi recuperate. I vigili del fuoco hanno costruito un campanile qui davanti alla tendopoli e due campane, la più grande e la più piccola, le abbiamo sentite suonare di nuovo. La terza, purtroppo, coniata l'11 giugno 1944 nel giorno della strage dei 17 martiri di Onna ad opera dei nazisti, si è rotta e abbiamo quindi deciso di appoggiarla sotto il campanile incastonandola tra le pietre dei sei rioni di Onna". Don Cesare, venezuelano in Abruzzo da dieci anni, non sta più nella pelle per la visita e paragona l'arrivo del Papa "all'abbraccio di un padre a un figlio in un momento di difficoltà. Non può cambiare le cose, ma infonde coraggio, conforto e serenità". Anche Lina Bernardi attende Benedetto XVI con emozione e al solo pensiero si commuove: "Avrei sempre voluto andare a San Pietro una domenica per ascoltarlo. Non l'ho mai fatto, ma martedì lo avremo qui. Al di là delle parole, vorrei tanto abbracciarlo". Adriano Bettucci, 71 anni, sottolinea che "con la sua visita oltre a darci una speranza è importante perché ricorderà a tutti di aiutarci. Le sue sono parole che contano". Le suore, che dormono all'interno della tendopoli e che piangono i bambini deceduti sotto le macerie, aspettano con impazienza l'arrivo del Papa: "In un momento come questo ci fa ancora più piacere sapere che la chiesa ci è vicina". Intanto nella chiesa improvvisata il priore mostra a tutti la statua di San Pietro protettore del paese, quella del Redentore, gli stendardi e i paramenti sacri recuperati e la statua della Madonna accanto a San Giuseppe. "In più abbiamo recuperato la nostra Madonnina - dice commosso - le statue dei santi sono state graffiate e menomate dal sisma, ma lei no, è stata tirata fuori dalla chiesa intatta".