domenica 12 aprile 2009

La Messa di Pasqua. Il Papa: apriamo l'animo a Cristo morto e risuscitato perchè vi infonda la vita divina ed eterna. E' lui la vera pace del mondo

Decine di migliaia di fedeli hanno assistito questa mattina alla Santa Messa del giorno di Pasqua che il Papa ha celebrato sul sagrato della Basilica di San Pietro. I fedeli sono giunti in Vaticano sin dalle prime ore della mattinata. Come è tradizione dal 1985, Piazza San Pietro è stata adornata dagli addobbi dei fioristi olandesi. Azalee, rododendri, ginestre, maggiociondoli e betulle arredano la piazza, le scale, le terrazze e l'altare. Davanti all'altare ci sono 10 composizioni floreali in giallo misto, tra cui gigli, garofani, astri, fiori di melo e tulipani. La decorazioni sono state affidate al mastro compositore Charles van der Voort.
Prima della celebrazione, il Papa ha seguito l'antica tradizione del 'Resurrexit', invocando la risurrezione di Cristo davanti alla copia dell'icona del Volto del Signore conservata nel Santuario della Scala Santa a Roma.

"Cari fratelli e sorelle - ha detto il Papa nella breve omelia, novità introdotta quest'anno, riferendosi a San Paolo - accogliamo l'invito dell'Apostolo. Apriamo l'animo a Cristo morto e risuscitato perchè ci rinnovi, perché elimini dal nostro cuore il veleno del peccato e della morte e vi infonda la linfa vitale dello Spirito Santo: la vita divina ed eterna".
"La Pasqua ebraica, memoriale della liberazione dalla schiavitù d'Egitto - ha ricordato Papa Ratzinger - prevedeva ogni anno il rito dell'immolazione dell'agnello, un agnello per famiglia, secondo la prescrizione mosaica. Nella sua passione e morte, Gesù si rivela come l'Agnello di Dio 'immolato' sulla croce per togliere i peccati del mondo. E' stato ucciso proprio nell'ora in cui era consuetudine immolare gli agnelli nel Tempio di Gerusalemme. Il senso di questo suo sacrificio lo aveva anticipato egli stesso durante l'Ultima Cena, sostituendosi - sotto i segni del pane e del vino - ai cibi rituali del pasto nella Pasqua ebraica. Così possiamo dire veramente che Gesù ha portato a compimento la tradizione dell'antica Pasqua e l'ha trasformata nella sua Pasqua". Richiamando poi l'usanza ebraica di mangiare pani "azzimi", non lievitati, per la Pasqua, Benedetto XVI ha detto: "E poiché Cristo, come vero Agnello, ha sacrificato se stesso per noi, anche noi, suoi discepoli - grazie a Lui e per mezzo di Lui - possiamo e dobbiamo essere 'pasta nuova', 'azzimi', liberati da ogni residuo del vecchio fermento del peccato: niente più malizia e perversità nel nostro cuore". “Il Risorto ci precede e ci accompagna per le strade del mondo – ha concluso – è Lui la nostra speranza, è Lui la pace vera del mondo”.