domenica 12 aprile 2009

La Veglia nella notte di Pasqua. Il Papa annuncia la risurrezione di Cristo: è un’eruzione di luce. Il Risorto stesso è la Luce del mondo

Come "pellegrinaggio dalle tenebre alle luce" rappresentato dalla risurrezione di Cristo, è iniziata con la benedizione del fuoco e con l'accensione del cero pasquale la Veglia nella notte santa celebrata dal Papa nella Basilica di San Pietro. Benedetto XVI è poi entrato nella Basilica con una processione di sacerdoti e diaconi. "Lumen Christi", la luce di Cristo, ha salmodiato un diacono. L'assemblea di fedeli presenti ha poi acceso i ceri, creando l'effetto di una luce diffusa, a simboleggiare la luce di Cristo che illumina gradualmente la storia degli uomini. Dopo la benedizione del fuoco è stato intonato il canto dell''Exsultet' e la liturgia della parola.
La risurrezione è un concetto che rimane anche per i cristiani "in qualche misura incompreso". Nell'omelia il Papa ha ripercorso i simboli utilizzati nella Veglia per spiegare il mistero della Pasqua: la luce, l'acqua e il canto dell'alleluia che prorompe, nella liturgia, alla notizia della risurrezione di Cristo. Il Papa ha ricordato il Vangelo per sottolineare che gli apostoli "discutevano tra di loro su che cosa volesse dire risorgere dai morti". Papa Ratzinger ha poi aggiunto: "Non succede forse la stessa cosa anche a noi? Il Natale, la nascita del Bambino divino ci è in qualche modo immediatamente comprensibile. Possiamo amare il bambino, possiamo immaginare la notte di Betlemme, la gioia di Maria, la gioia di san Giuseppe e dei pastori e il giubilo degli angeli. Ma risurrezione: che cosa è? Non entra nell'ambito delle nostre esperienze, e così - ha detto il Papa - il messaggio spesso rimane, in qualche misura incompreso, una cosa del passato".
Benedetto XVI ha poi fatto ricorso ai simboli utilizzati dalla Chiesa per fare intuire ai fedeli il significato della risurrezione. La luce, innanzitutto. "Con la risurrezione il giorno di Dio entra nelle notti della storia". Gli uomini di oggi sono "come pecore senza pastore". Il Papa descrive così la situazione di smarrimento che l'umanità intera attraversa, uno smarrimento dal quale nemmeno la Chiesa sembra essere indenne. Gesù "sentì compassione" per quella moltitudine di persone che "in mezzo alle correnti contrastanti del loro tempo non sapevano dove rivolgersi: quanta compassione - allora - deve sentire anche del nostro tempo, a causa di tutti i grandi discorsi dietro i quali si nasconde in realta' un grande disorientamento?". Benedetto XVI ha proseguito: "Dove dobbiamo andare? Quali sono i valori, secondo cui possiamo regolarci? I valori secondo cui possiamo educare i giovani, senza dare loro delle norme che forse non resisteranno o esigere delle cose che forse non devono essere loro imposte?". Quanto al simbolo dell'acqua, la risurrezione di Cristo viene rappresentata dalla Chiesa, metaforicamente, come "mare della morte" nel quale "discendiamo" per poi "risalire come creature nuove" e come "sorgente fresca che dona la vita" o "fiume da cui proviene la vita". Infine l'alleluia, canto dell'uomo che ha scoperto la fede e non può tenerla per sé.
Il Papa ha preso poi spunto dai battesimi che ha impartito, per tracciare, con la metafora dell'acqua, due tipi diversi di persone: coloro che sono come "fonte fresca" e quelli che rappresentano una "acqua stantia"."Nel battesimo - ha detto il Papa in un passaggio dell'omelia - il Signore fa di noi non solo persone di luce, ma anche sorgenti dalle quali scaturisce acqua viva. Noi tutti conosciamo persone simili che ci lasciano in qualche modo rinfrescati e rinnovati. Persone che sono come una fonte di fresca acqua sorgiva. Non dobbiamo necessariamente pensare ai grandi come Agostino, Francesco d'Assisi, Teresa d'Avila, Madre Teresa di Calcutta e così via - ha precisato Papa Ratzinger - persone attraverso le quali veramente fiumi di acqua viva sono entrati nella storia. Grazie a Dio, le troviamo continuamente anche nel nostro quotidiano: persone che sono una sorgente. Certo - ha aggiunto Benedetto XVI - conosciamo anche il contrario: persone dalle quali promana un'atmosfera come da uno stagno con acqua stantia o addirittura avvelenata. Chiediamo al Signore, che ci ha donato la grazia del battesimo, di poter essere sempre sorgenti di acqua pura, fresca, zampillante dalla fonte della sua verità e del suo amore".
L'Apocalisse, ha ricordato Benedetto XVI, descrive la Chiesa come in equilibrio su un mare di cristallo: "è questa - afferma - la situazione dei discepoli di Gesù Cristo in tutti i tempi, la situazione della Chiesa nella storia di questo mondo". Una situazione che, "considerata umanamente, è in se stessa contraddittoria: da una parte la comunita' si trova nell'Esodo, in mezzo al Mar Rosso, in un mare che, paradossalmente, e' insieme ghiaccio e fuoco. E non deve forse la Chiesa, per così dire, camminare sempre sul mare, attraverso il fuoco e il freddo? Umanamente parlando, essa dovrebbe affondare. Ma, mentre cammina ancora in mezzo a questo Mar Rosso, essa canta, intona il canto di lode dei giusti". Per il Papa, anche oggi la Chiesa, dunque, "sta sulle acque di morte della storia e tuttavia e' gia' risorta: cantando essa si aggrappa alla mano del Signore, che la tiene al di sopra delle acque, ed essa sa che con ciò è sollevata fuori dalla forza di gravità della morte e del male, una forza dalla quale altrimenti non ci sarebbe via di scampo, sollevata e attirata dentro la nuova forza di gravità di Dio, della verità e dell'amore". "Al momento - ha constatato il Pontefice - la Chiesa si trova ancora tra i due campi gravitazionali. Ma da quando Cristo è risorto, la gravitazione dell'amore è più forte di quella dell'odio; la forza di gravità della vita è piu' forte di quella della morte. Non è forse questa - si domanda - veramente la situazione della Chiesa di tutti i tempi? Sempre c'e' l'impressione che essa debba affondare, e sempre è già salvata. San Paolo ha illustrato questa situazione con le parole: 'Siamo come moribondi, e invece viviamo'. La mano salvifica del Signore ci sorregge, e cosi' - ha concluso Papa Benedetto - possiamo cantare già ora il canto dei salvati, il canto nuovo dei risorti".
Il Pontefice ha battezzato, cresimato e comunicato cinque persone provenienti da Italia, Stati Uniti e Cina: si tratta di Susanna Maria Ancona, George Jonathan Hart e Giuliano Yamada Kenta, della cinese Rita Shi Yu Lan e dell'americana Heidi Tryden Sierras.

VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA DI PASQUA - il testo integrale dell'omelia del Papa