"Insegnaci Maria a credere, a sperare, ad amare con te". Sono le parole con cui Benedetto XVI ha concluso ieri sera, prima della benedizione finale, la preghiera del Rosario per la chiusura del mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla Vergine. A partire dalle 20, una processione si è snodata dalla Chiesa di Santo Stefano degli Abissini fino alla Grotta di Lourdes, sulla sommità dei Giardini vaticani. Quest’anno la Pentecoste coincide col 31 maggio, memoria della Visitazione di Maria e dunque ieri sera, in anticipo di un giorno, si è svolta la conclusione del mese mariano. Il percorso delle diverse centinaia di fedeli, tra cui molti giovani, è stato accompagnato dal card. Angelo Comastri, vicario generale per la Città del Vaticano, che ha guidato una breve liturgia della Parola, centrata sull’annuncio di Elisabetta a Maria: beata colei che ha creduto. Erano presenti, inoltre, numerosi cardinali, arcivescovi e vescovi della Curia romana, a partire dal card. Tarcisio Bertone, segretario di stato. Alle 21, dopo la recita del Padre Nostro, Benedetto XVI ha raggiunto i fedeli ed ha sostato in preghiera davanti alla statua della Madonna, inginocchiato al piccolo altare collocato all’ingresso della grotta che riproduce quella di Lourdes, mentre i fedeli cantavano le litanie dei santi. ''Ai piedi della Croce, Maria sapeva da dove veniva quel sangue e che la stessa potenza creatrice che lo aveva concepito in lei lo avrebbe risuscitato''. Nel suo breve discorso, Papa Ratzinger ha sottolineato questa consapevolezza della Vergine, sulla quale spesso si sorvola. ''Maria - ha continuato il Pontefice - confortò la fede degli Apostoli fino alla Risurrezione e anche dopo''. Per questo, ha detto il Pontefice, ''la Vergine è immagine e modello della Chiesa che insieme alle generazioni cammina nel tempo''. L'intera meditazione di Benedetto XVI ha insistito questa sera sul rapporto tra Maria e lo Spirito, rilevando che la conclusione del mese di maggio ha un valore speciale perchè cade quest'anno alla vigilia di Pentecoste. ''Anche noi - ha scandito - invochiamo l'effusione dello Spirito Paraclito''. Il Papa ha definito quello tra Maria e lo Spirito un ''rapporto indissolubile: la fede di Maria - ha ricordato - attira il dono dello Spirito che scende su di lei e la potenza dello Spirito la copre con la sua ombra''. In proposito ha poi evocato l'incontro con Elisabetta e la preghiera del Magnificat che ne scaturi'. ''L'intera vicenda della nascita e dell'infanzia di Gesù è guidata - ha rilevato ancora Papa Ratzinger - in maniera impalpabile dallo Spirito. E nella sua vita nascosta a Nazareth, Gesù ha trovato nel cuore della Madre un focolare acceso dello Spirito''. ''Alla scuola di Maria - ha concluso - impariamo a cogliere la presenza dello Spirito nella nostra vita e nella storia e a camminare sempre con Maria secondo lo Spirito''. Fabrizio Mastrofini, Avvenire - Salvatore Izzo, Agi