Il Papa alla CEI: riscoprire il compito educativo alla scuola di Cristo e promuovere la mentalità della vita. La solidarietà ai terremotati d'Abruzzo
Il problema dell'educazione, in Italia, si affronta se ci sono "educatori autorevoli" ed esemplari: lo ha sottolineato il Papa che, ricevendo nell'Aula del Sinodo in Vaticano i vescovi italiani riuniti in questi giorni nell'Assemblea generale, è tornato a parlare "dell'urgenza e, perfino, dell'emergenza" educativa nel Paese, tema centrale della riunione della Conferenza Episcopale Italiana. "Insieme ad un adeguato progetto che indichi il fine dell'educazione alla luce del modello compiuto da perseguire - ha detto Benedetto XVI - c'è bisogno di educatori autorevoli a cui le nuove generazioni possano guardare con fiducia". Un "vero educatore", ha detto ancora il Papa, "mette in gioco in primo luogo la sua persona e sa unire autorità ed esemplarità nel compito di educare coloro che gli sono affidati. Ne siamo consapevoli noi stessi, posti come guide in mezzo al popolo di Dio, ai quali l'apostolo Pietro rivolge, a sua volta, l'invito a pascere il gregge di Dio facendoci 'modelli del gregge'". Quella dell’educazione, ha detto il Papa, è “un’esigenza costitutiva e permanente della vita della Chiesa” che oggi tende ad “assumere i tratti dell’urgenza e, perfino, dell’emergenza”. E’ allora necessario, ha avvertito, riflettere su un progetto educativo “che nasca da una coerente e completa visione dell’uomo” che può “scaturire unicamente” da Gesù Cristo. E’ Lui, ha proseguito, il Maestro “alla cui scuola riscoprire il compito educativo come un’altissima vocazione” a cui ogni fedele è chiamato: “In un tempo in cui è forte il fascino di concezioni relativistiche e nichilistiche della vita, e la legittimità stessa dell’educazione è posta in discussione, il primo contributo che possiamo offrire è quello di testimoniare la nostra fiducia nella vita e nell’uomo, nella sua ragione e nella sua capacità di amare. Essa non è frutto di un ingenuo ottimismo, ma ci proviene da quella «speranza affidabile» (Spe salvi, 1) che ci è donata mediante la fede nella redenzione operata da Gesù Cristo”. Il Papa ha auspicato la realizzazione di un’alleanza educativa tra coloro che hanno responsabilità in questo ambito. Quindi, ricordando che domenica prossima si conclude il triennio dell’Agorà dei giovani italiani, ha invitato i presuli a verificare il cammino educativo in atto e a intraprendere nuovi progetti per i ragazzi. Ma, ha aggiunto, l’educazione non può riguardare solo le nuove generazioni: “L’opera formativa, infine, si allarga anche all’età adulta, che non è esclusa da una vera e propria responsabilità di educazione permanente. Nessuno è escluso dal compito di prendersi a cura la crescita propria e altrui verso la «misura della pienezza di Cristo»”. Benedetto XVI ha ringraziato i vescovi italiani per "la commovente solidarieta'" ricevuta nelle scorse settimane. "La vostra assemblea - ha rilevato - esprime visibilmente e promuove quella comunione di cui la Chiesa vive,e che si attua anche nella concordia delle iniziative edell'azione pastorale". "Con la mia presenza - aggiunge - vengo a confermare quella comunione ecclesiale che ho visto costantemente accrescersi e rinsaldarsi". Per il Papa "la fraterna adesione e la cordiale comunione" della Chiesa Italiana "con il magistero e il servizio pastorale del Successore di Pietro", riafferma nei fatti "la singolare unità che lega la Chiesa in Italia alla Sede Apostolica". Benedetto XVI ha quindi rivolto il pensiero alla tragedia che ha colpito le popolazioni abruzzesi. Una drammatica circostanza, ha detto, in cui si è rinnovato “quel senso di solidarietà che è profondamente radicato nel cuore di ogni italiano”. “Ho avuto modo, nella mia visita a quella terra tragicamente ferita, di rendermi conto di persona dei lutti, del dolore e dei disastri prodotti dal terribile sisma, ma anche della fortezza d’animo di quelle popolazioni insieme al movimento di solidarietà che si è prontamente avviato da tutte le parti d’Italia…Desidero rinnovare ai Vescovi abruzzesi e, attraverso di loro, alle comunità locali l’assicurazione della mia costante preghiera e della perdurante affettuosa vicinanza”. Gli "effetti sociali" della crisi economica "non mancano di farsi tuttora sentire, e anche duramente, in modo particolare sulle fasce più deboli della società e sulle famiglie". "Da mesi - ha detto Benedetto XVI rivolto all'assemblea generale della Cei - stiamo constatando gli effetti di una crisi finanziaria ed economica che ha colpito duramente lo scenario globale e raggiunto in varia misura tutti i Paesi. Nonostante le misure intraprese a vari livelli - ha sottolineato Papa Ratzinger - gli effetti sociali della crisi non mancano di farsi tuttora sentire, e anche duramente, in modo particolare sulle fasce più deboli della società e sulle famiglie. Desidero pertanto esprimere il mio apprezzamento e incoraggiamento per l'iniziativa del fondo di solidarietà denominato 'Prestito della speranza', che avrà proprio domenica prossima un momento di partecipazione corale nella colletta nazionale, che costituisce la base del fondo stesso". "Questa rinnovata richiesta di generosità, che si aggiunge alle tante iniziative indette da numerose diocesi, evocando il gesto della colletta promossa dall'apostolo Paolo a favore della Chiesa di Gerusalemme - ha detto il Papa - è una eloquente testimonianza della condivisione dei pesi gli uni degli altri. In un momento di difficoltà, che colpisce in modo particolare quanti hanno perduto il lavoro, ciò diventa - per Benedetto XVI - un vero atto di culto che nasce dalla carità suscitata dallo Spirito del Risorto nel cuore dei credenti". E' necessario promuovere una "diffusa mentalità a favore della vita", per il Papa, soprattutto "quella segnata da condizioni di grande fragilità e precarietà". Il Papa ha caldeggiato "l'impegno per la promozione di una diffusa mentalità a favore della vita in ogni suo aspetto e momento, con un'attenzione particolare a quella segnata da condizioni di grande fragilità e precarietà". Tale impegno - ha sottolineato Benedetto XVI - è "ben testimoniato" dal manifesto 'Liberi per vivere. Amare la vita fino alla fine' delle associazioni cattoliche Scienza e vita, Forum delle famiglie e Retiinopera, impegnate "nell'operare affinché non manchi nel Paese la coscienza della piena verità sull'uomo e la promozione dell'autentico bene delle persone e della società. I 'sì' e i 'no' che vi si trovano espressi disegnano i contorni di una vera azione educativa e sono espressione di un amore forte e concreto per ogni persona".