mercoledì 24 giugno 2009

Il Papa incontra Barack Obama. La Casa Bianca conferma l'udienza del 10 luglio. I temi, anche scomodi, dell'incontro

E' ormai ufficiale: l'udienza tra Papa Benedetto XVI e il nuovo presidente statunitense Barack Obama si svolgerà nel pomeriggio del prossimo 10 luglio. Ne ha dato conferma la Casa Bianca, tramite il portavoce presidenziale Robert Gibbs. Al centro del colloquio – ha spiegato Gibbs – ci sarà "un'ampia gamma di questioni, compresa la loro comune convinzione della dignità di tutte le persone''. Al termine del G8 de L'Aquila, il primo cittadino degli States varcherà il portone di bronzo vaticano per colloqui con Papa Ratzinger e, separatamente, anche con il segretario di Stato della Santa Sede, card. Tarcisio Bertone. Sarà la prima volta che i due uomini faranno conoscenza diretta ed entrambe le diplomazie, vaticana e statunitense, sono al lavoro per costruire un incontro importante e non solo una 'photo-opportunity'. Sul tavolo non mancano i dossier: su alcuni si registra una sostanziale sintonia tra la Santa Sede e l'amministrazione americana; altri - quelli sui temi etico-religiosi- sono più , più scomodi, e le posizioni rimangono distanti. In campo internazionale, il Vaticano vede in Obama un buon alleato nella lotta alla povertà, alle diseguaglianze economiche, al riscatto dei paesi più arretrati, ad una strategia di solidarietà internazionale. Spera nelle sue aperture negoziali (Cuba, Siria, Venezuela o lo stesso Iran), viste come preludio ad un futuro di pacificazione, ed ha apprezzato con entusiasmo il suo discorso del Cairo per nuovi rapporti con il mondo musulmano, considerati necessari dalla stessa Santa Sede. Il Vaticano sopratutto spera che il nuovo presidente statunitense abbia la capacità e la forza di imporre una pace duratura in Medio Oriente, con la soluzione dei due Stati, israeliano e palestinese, caldeggiata dallo stesso Joseph Ratzinger durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa. Anche l'Africa sarà con ogni probabilità un tema in agenda: il Papa, reduce dal viaggio in Camerun e Angola nel marzo scorso, è convinto che si tratti di una priorità assoluta e troverà in Obama, in partenza il 10 luglio stesso per il Ghana, nel continente delle sue radici, un interlocutore prezioso. Sul fronte etico-morale, a dividere il pontefice tedesco e il primo presidente afro-americano degli Stati Uniti si erge il muro dell'aborto e della ricerca sulle staminali embrionali. L'incontro del 10 luglio non basterà a smussare gli spigoli, ma la nomina di un teologo cattolico di origini cubane, Miguel H. Diaz, sposato, con cinque figli, antiabortista, come nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Vaticano, aiuterà senz'altro ad evitare clamorose rotte di collisione tra la superpotenza mondiale e la Chiesa Cattolica.

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