venerdì 28 agosto 2009

Memoria di Sant'Agostino. Benedetto XVI: la sua vita e la sua opera ci insegnano che Dio è la sola risposta alle nostre inquietudini

Ricorre oggi la memoria di Sant’Agostino (nella foto le reliquie venerate da Benedetto XVI), vescovo d’Ippona e dottore della Chiesa. Autore di numerosi scritti, è tra i Padri della Chiesa che hanno meglio spiegato principi e dogmi del cristianesimo. Nella sua opera più nota le "Confessioni", il Santo africano descrive il travagliato percorso verso la conversione. Al pensiero agostiniano attinge spesso Benedetto XVI, che ha dedicato proprio al vescovo di Ippona la sua tesi di dottorato in teologia. Lo chiamano anche il dottore della Grazia, perché nei suoi scritti è riuscito a spiegare quanto Dio ami la sua creatura. Sant’Agostino, uomo inquieto dinanzi agli interrogativi sull’esistenza, ha lasciato in diverse opere le risposte che ha trovato. La sua è stata una ricerca lunga, tra filosofie ed eresie, poi la scelta del cristianesimo, dove è riuscito a conciliare la ragione e la fede, come ha detto Benedetto XVI parlando del vescovo di Ippona in una delle sue catechesi del mercoledì.
“Queste due dimensioni, fede e ragione, non sono da separare né da contrapporre, ma piuttosto devono sempre andare insieme. Come ha scritto Agostino stesso poco dopo la sua conversione, fede e ragione - dice nel "Contra Academicos" - sono le due forze che ci portano a conoscere” (30 gennaio 2008).
Più volte il Papa ha sottolineato quanto sia stato affascinato dalla figura di Sant’Agostino, tanto da essersi ispirato al suo pensiero nelle sue prime Lettere Encicliche. Con “Deus caritas est”, Benedetto XVI, infatti, ha voluto spiegare Dio come amore usando quelle stesse parole che il vescovo di Ippona rivolgeva ai suoi contemporanei.
"Anche oggi, come al suo tempo, l’umanità ha bisogno di conoscere e soprattutto di vivere questa realtà fondamentale: Dio è amore e l’incontro con lui è la sola risposta alle inquietudini del nostro cuore. Un cuore che è abitato dalla speranza, forse ancora oscura e inconsapevole in molti nostri contemporanei, ma che per noi cristiani apre già oggi al futuro, tanto che San Paolo ha scritto che ‘nella speranza siamo stati salvati" (27 febbraio 2008).
Ma del filosofo di Tagaste, il Papa ha anche descritto in più occasioni le vicissitudini per far capire che l’esperienza di un Santo non è lontana da quella di ciascuno di noi. E ancora che il cammino di un uomo non termina in una opzione fondamentale di vita. Così, Agostino non si è fermato decidendo di consacrarsi a Dio e di dedicarsi alla teologia.
“Gli era molto difficile all’inizio, ma ha capito che solo vivendo per gli altri, e non solo per la sua privata contemplazione poteva realmente vivere con Cristo e per Cristo...Imparò, spesso con difficoltà, giorno per giorno, a mettere a disposizione il frutto della sua intelligenza a vantaggio degli altri, a comunicare la sua visione, la sua fede, alla gente semplice” (27 febbraio 2008).

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BENEDETTO XVI E SANT'AGOSTINO - LE PAROLE DEL PAPA

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