giovedì 24 settembre 2009

Videomessaggio del Papa alla Conferenza Onu sul clima: il modello di sviluppo sia trasformato tramite una più grande responsabilità per la creazione

“E’ indispensabile che l’attuale modello di sviluppo globale sia trasformato attraverso una è più grande, e condivisa, accettazione di responsabilità per la creazione: ciò è richiesto non solo dai fattori ambientali, ma anche dallo scandalo della fame e della miseria umana”. E’ il forte appello lanciato oggi dal Papa, in un videomessaggio trasmesso in vista dell’imminente Vertice dell’Onu sui cambiamenti climatici, il cui testo è stato diffuso oggi dalla sala stampa della Santa Sede. “La tutela dell’ambiente ela salvaguardia delle risorse e del clima – le parole di Benedeto XVI – obbligano tutti i leader ad agire congiuntamente, rispettando la legge e promuovendo la solidarietà con le regioni più deboli del mondo”. “Insieme – è la convinzione di fondo del Pontefice – possiamo costruire uno sviluppo umano integrale benefico per tutti ipopoli, presente e futuri, uno sviluppo ispirato ai valori della carità nella verità”. “Perché questo avvenga, ha affermato Benedetto XVI, “è indispensabile che l’attuale modello di sviluppo globale possa essere trasformato”. Siamo tutti chiamati ad esercitare una gestione responsabile della creazione, ad utilizzare le risorse in modo tale che ogni individuo e comunità possano vivere con dignità”, l’ammonimento del videomessaggio, con il quale il Papa intende offrire il suo “sostegno” ai leader che si confronteranno “sull’urgente problema del cambiamento climatico”. “La Terra – ricorda Benedetto XVI – è un dono prezioso del Creatore che, nel progettare un suo ordine intrinseco, ci ha dato linee guidano, come amministratori della sua creazione”. La Chiesa, da parte sua, “ritiene che le questioni riguardanti l’ambiente e la sua tutela siano intimamente connesse con lo sviluppo umano integrale”, sottolinea il Papa citando la “Caritas in veritate”, in cui si fa presente la “pressante esigenza morale di una rinnovata solidarietà non solo tra i paesi, ma anche tra gli individui”, in nome di una “una responsabilità personale verso l’umanità nel suo complesso, in particolare verso i poveri e vero le generazioni future”. Di qui l’importanza che la comunità internazionale e i singoli governi “inviino il giusto segnale ai propri cittadini e riescano a contrastare modi dannosi di trattare l’ambiente”, facendo in modo che “i costi economici e sociali dell’utilizzo delle risorse” siano “riconosciuti con trasparenza e sostenuti da coloro che li procurano, e non da altri popoli o generazioni future”.

SIR