giovedì 29 ottobre 2009

'Avvenire': contro un Papa che gli aprì mente e cuore Küng stravolge in modo 'tragico' al servizio dell'obiettivo lo straordinario evento ecclesiale

Dopo L'Osservatore Romano, anche Avvenire critica oggi il teologo Hans Küng, rispondendo alle dure critiche mosse da questi a Papa Benedetto XVI per la sua decisione di accogliere in gruppo nella Chiesa Cattolica gli anglicani tradizionalisti. In un editoriale siglato ''Av'', a nome della direzione, Avvenire scrive che Küng, ''in modo ostentatamente 'tragico' stravolge e travolge il senso dello straordinario evento ecclesiale ed ecumenico maturato, dopo lunga e non facile gestazione, lo scorso 20 ottobre tra Roma, Westminster e Canterbury''. ''Una manciata di aggettivi a effetto - si legge ancora nell'editoriale - (torbido, medievale, scaltro) e due-tre sostantivi usati con disinvolta ferocia semantica (pirateria, impero, indignazione) sono messi, con già sperimentata veemenza propagandistica, al servizio dell'obiettivo. Ma forse l'espressione più rivelatrice di tutte è 'teologia kungiana'''. ''Sì, a legger bene - argomenta infatti Avvenire - Küng parla soprattutto di se stesso. Lo fa per evocazione e apertis verbis. Si cita e si compiace, tanto quanto si dispiace del magistero e del ministero di colui che oggi è Papa, che, in un altro tempo, gli fu collega e amico e che, appena eletto al soglio di Pietro, gli aprì mente e cuore''. ''Questo è il teologo - conclude l'articolo - questo e l'uomo, che si fa giudice del gesto ecumenico di Benedetto XVI e critico del primate anglicano Rowan Williams. Questo è il polemista che s'ingegna a disseminare concetti aspri e duri come pietre su di un passaggio cruciale nella millenaria vicenda della Chiesa di Cristo''.

Asca