"Un grande dono per tutta la Chiesa". Con questo titolo si è svolta ieri a Roma, nella Casa Bonus Pastor, la giornata centrale del II Convegno sul Motu Proprio "Summorum Pontificum" con cui nel 2007 Benedetto XVI ha dato piena cittadinanza nella Chiesa, come "forma straordinaria" del rito romano, al Messale latino in uso fino all’entrata in vigore della riforma liturgica di Paolo VI. L’incontro, organizzato da "Giovani e Tradizione" e dall’Amicizia sacerdotale Summorum Pontificum, è stato moderato dal domenicano Vincenzo Nuara, che non ha nascosto le non poche difficoltà che incontrano coloro che voglio applicare il Motu Proprio. La prima riflessione è stata quella del vescovo Athanasius Schneider, ausiliare di Karaganda in Kazakhstan, su "La sacralità e la bellezza della liturgia secondo i Santi Padri della Chiesa". Il presule è autore di un fortunato libriccino titolato "Dominus est", edito dalla Libreria editrice vaticana agli inizi del 2008, e pluritradotto in varie lingue, in cui si auspica, per motivi spirituali e pastorali, il ritorno alla ricezione della comunione in bocca e in ginocchio. Prassi che il cerimoniale pontificio ha introdotto in modo esclusivo - per chi prende l’Eucaristia dal Papa -, a partire dal giugno dello stesso anno. "Considero – spiega Schneider – questo fatto rilevante perché lo fa il Pastore Universale della Chiesa e lo fa dovunque vada. Credo lo abbia fatto dopo aver riflettuto bene e a lungo. Si tratta di una specie di magistero liturgico pratico. Immagino si tratti di un invito, silenzioso e delicato, ad essere imitato". Altre relazioni della mattinata sono state quelle del professor Roberto De Mattei, dell’abate Michael John Zielinski, vicepresidente della Pontificia Commissione dei Beni culturali della Chiesa, e di mons. Valentino Miserachs-Grau, preside del pontificio Istituto di Musica sacra. Nel pomeriggio padre Stefano M. Manelli, fondatore e ministro generale dei Francescani dell’Immacolata, ha parlato del ruolo del "Summorum Pontificum" per la crescita della vita religiosa. Infine la molto attesa relazione di mons. Brunero Gherardini, decano emerito della facoltà di teologia della Lateranense, sul tema, di grande attualità, dell’ermeneutica della continuità. Ad ascoltare la riflessione era presente anche mons. Guido Pozzo, il segretario della Commissione Ecclesia Dei che coordinerà l’imminente 'dialogo teologico' tra Santa Sede e lefebvriani. Un solenne Pontificale secondo il rito romano antico celebrato nella cappella dell’Adorazione Eucaristica nella Basilica di San Pietro ha chiuso questa mattina il Convegno. Quella che sembra essere la prima celebrazione del genere nella Basilica Vaticana da quando è entrato in vigore il nuovo Messale, è stata presieduta dall’arcivescovo statunitense Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica. La celebrazione, formalmente autorizzata dal cardinale Arciprete della Basilica, non si tiene nell’Altare della Cattedra perché vi è prevista in contemporanea la Messa conclusiva, fissata da tempo, delle celebrazioni del IV Centenario di San Giovanni Leonardi. Successivamente i convegnisti si sono recati in Piazza San Pietro per recitare l’Angelus guidato da Benedetto XVI. ''Saluto - ha detto loro il Papa - i partecipanti al convegno sul Motu Proprio 'Summorum Pontificum', svoltosi in questi giorni a Roma''.
Gianni Cardinale, Avvenire
Sul sito blog.messainlatino.it potrete trovare un resoconto molto dettagliato del Convegno sul Motu Proprio "Summorum Pontificum" e sul solenne Pontificale in rito antico di questa mattina nella Basilica Vaticana. Scenron