domenica 18 ottobre 2009

Convegno a Roma sul Motu Proprio 'Summorum Pontificum' concluso questa mattina con un solenne Pontificale in rito antico nella Basilica Vaticana

"Un grande dono per tutta la Chiesa". Con questo tito­lo si è svolta ieri a Roma, nella Casa Bonus Pastor, la giornata centrale del II Convegno sul Motu Pro­prio "Summorum Pontifi­cum" con cui nel 2007 Be­nedetto XVI ha dato pie­na cittadinanza nella Chiesa, come "forma straordinaria" del rito ro­mano, al Messale latino in uso fino all’entrata in vigore della riforma litur­gica di Paolo VI. L’incontro, organizzato da "Giovani e Tradizione" e dall’Amicizia sacerdo­tale Summorum Pontifi­cum, è stato moderato dal domenicano Vincen­zo Nuara, che non ha na­scosto le non poche dif­ficoltà che incontrano coloro che voglio appli­care il Motu Proprio. La prima riflessione è sta­ta quella del vescovo Athanasius Schneider, ausiliare di Karaganda in Kazakhstan, su "La sa­cralità e la bellezza della liturgia secondo i Santi Padri della Chiesa". Il presule è autore di un for­tunato libriccino titolato "Dominus est", edito dalla Libreria editrice vaticana agli inizi del 2008, e plu­ritradotto in varie lingue, in cui si auspica, per mo­tivi spirituali e pastorali, il ritorno alla ricezione del­la comunione in bocca e in ginocchio. Prassi che il cerimoniale pontificio ha introdotto in modo e­sclusivo - per chi prende l’Eucaristia dal Papa -, a partire dal giugno dello stesso anno. "Considero – spiega Schneider – que­sto fatto rilevante perché lo fa il Pastore Universa­le della Chiesa e lo fa do­vunque vada. Credo lo abbia fatto dopo aver ri­flettuto bene e a lungo. Si tratta di una specie di magistero liturgico prati­co. Immagino si tratti di un invito, silenzioso e de­licato, ad essere imitato". Altre relazioni della mat­tinata sono state quelle del professor Roberto De Mattei, dell’abate Mi­chael John Zielinski, vice­presidente della Pontifi­cia Commissione dei Be­ni culturali della Chiesa, e di mons. Valentino Miserachs-Grau, preside del pontificio Istituto di Musica sacra. Nel pomeriggio padre Stefano M. Manelli, fon­datore e ministro genera­le dei Francescani del­l’Immacolata, ha parlato del ruolo del "Summorum Pontifi­cum" per la crescita della vita religiosa. Infine la molto attesa relazione di mons. Brunero Ghe­rardini, decano emerito della facoltà di teologia della Lateranense, sul te­ma, di grande attualità, dell’ermeneutica della continuità. Ad ascoltare la riflessione era presen­te anche mons. Gui­do Pozzo, il segretario della Commissione Ec­clesia Dei che coordinerà l’imminente 'dialogo teologico' tra Santa Sede e lefebvriani.
Un solenne Pontificale secondo il rito romano antico celebrato nella cappella dell’Adorazione Eucaristica nella Basilica di San Pietro ha chiuso questa mattina il Convegno. Quella che sembra essere la prima celebrazione del genere nella Basilica Vaticana da quando è entrato in vigore il nuovo Messale, è stata presieduta dall’arcivescovo statunitense Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica. La celebrazione, formalmente autorizzata dal cardinale Arciprete della Basilica, non si tiene nell’Altare della Cattedra perché vi è prevista in contemporanea la Messa conclusiva, fissata da tempo, delle celebrazioni del IV Centenario di San Giovanni Leonardi. Successivamente i convegnisti si sono recati in Piazza San Pietro per recitare l’Angelus guidato da Benedetto XVI. ''Saluto - ha detto loro il Papa - i partecipanti al convegno sul Motu Proprio 'Summorum Pontificum', svoltosi in questi giorni a Roma''.

Gianni Cardinale, Avvenire

Sul sito blog.messainlatino.it potrete trovare un resoconto molto dettagliato del Convegno sul Motu Proprio "Summorum Pontificum" e sul solenne Pontificale in rito antico di questa mattina nella Basilica Vaticana.
Scenron