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mercoledì 28 ottobre 2009
Il portavoce italiano dell'Opus Dei: evitare confusione sul possibile status dei lefebvriani, la Prelatura personale non è come l'Ordinariato militare
Il portavoce italiano dell'Opus Dei, Pippo Corigliano, mette in dubbio la notizia che i lefebvriani possano essere inquadrati nella Chiesa Cattolica in una struttura giuridica analoga alla Prelatura personale dei seguaci di Josemaria Escrivà de Balaguer. "A titolo personale - scrive Corigliano in una nota - vorrei chiarire un punto su cui c'è un po' di confusione. Leggo da varie parti che la prelatura personale dell'Opus Dei può servire da precedente o da modello per i Lefebvriani. Anche per il caso degli anglicani cattolici (non so esattamente come si chiameranno) si è parlato della prelatura personale come modello. In questi casi il modello già esistente è l'ordinariato militare. Cioé una diocesi a tutti gli effetti che provvede alla cura pastorale dei propri fedeli che vi aderiscono a titolo personale, come i militari in questo caso. Questa è una diocesi personale, non una prelatura personale. La diocesi territoriale, come quella di Bari o Napoli, invece conta i suoi fedeli in base al territorio". "Le prelature personali - prosegue Corigliano - sono state pensate dal Concilio come strutture che si creano per peculiari attività pastorali. Nel caso dell'Opus Dei questo scopo pastorale è l'aiuto spirituale per santificare il lavoro ordinario e la vita quotidiana. Esse sono compatibili con le diocesi territoriali e collaborano con esse. Ad esempio se marito e moglie sono dell'Opus Dei si sono sposati dal loro parroco che battezzerà i loro bambini. Vanno a Messa in parrocchia e così via...Mentre i militari hanno un loro vescovo e un loro clero che provvede a tutte le loro necessità pastorali. Probabilmente dico cose già note ma ultimamente circolano inesattezze in crescendo".