mercoledì 28 ottobre 2009

Mostra in Vaticano sul primo missionario in Cina Matteo Ricci a 400 anni dalla morte. Mons. Giuliodori: procede il processo di beatificazione

Riprende il processo di beatificazione di Matteo Ricci (foto), gesuita maceratese, primo missionario in Cina (1552-1610). E' quanto emerso nel corso della conferenza stampa di presentazione di una mostra a lui dedicata in Vaticano, con un occhio ai rapporti odierni - e non sempre facili - tra la Santa Sede e il governo cinese. "Possa procedere in modo spedito e positivo anche il riconoscimento del suo cammino di santità", ha detto il vescovo di Macerata Claudio Giuliodori. Era stato il suo predecessore ad introdurre la causa di beatificazione di Ricci, che, nella sua fase diocesana, si concluse nel 1985. Gli atti poi sono stati trasmessi alla Congregazione per le Cause dei Santi, che ora dovrebbe riprendere il lavoro. "Questo ci incoraggia ad andare avanti", ha detto mons. Giuliodori. "Dopo essere andato in Cina passò lì il resto della sua vita con grandi opere religiose e culturali", ha detto da parte sua il portavoce vaticano, Federico Lombardi, "una testimonianza spirituale straordinaria". Lombardi ha espresso l'auspicio che anche il primo convertito al cristianesimo, Xu Guangqui, possa ascendere all'onore degli altari. La mostra presentata oggi in Vaticano si aprirà nel Braccio di Carlo Magno, lungo il colonnato berniniano di Piazza San Pietro. E' stata organizzata dal Comitato per le Celebrazioni del IV Centenario di padre Matteo Ricci in collaborazione con i Musei Vaticani, la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù e la Pontificia Università Gregoriana. "La figura di padre Matteo Ricci, restata per tre secoli un po' nell'ombra a causa delle note vicende dei cosiddetti riti cinesi, a lui per altro sostanzialmente estranee perché successive - ha detto mons. Giuliadori in conferenza stampa - possa trovare il riconoscimento e l'apprezzamento che merita per il suo genio missionario, per la sua statura spirituale e morale, per la sua apertura e lungimiranza culturale. Alla luce di una tale testimonianza - ha aggiunto - possa crescere l'amicizia con il popolo cinese e possano rafforzarsi i vincoli di comunione con i cattolici di questo grande Paese come auspicato dal Santo Padre nella lettera a loro indirizzata nel maggio del 2007 dove viene citato ripetutamente Matteo Ricci ricordando il suo stile e il suo metodo". In quella data Benedetto XVI ha inviato una lettera a tutti i cattolici cinesi, minoranza spesso oggetto di restrizioni e persecuzioni dal governo comunista di Pechino. E' dal 1951 che tra Santa Sede e Cina sono stati interrotti i rapporti diplomatici. Solo ultimamente sono ripresi dei contatti informali in un quadro di disgelo. Hanno presentato la mostra, oltre a mons. Giuliodori e padre Lombardi, il direttore dei Musei vaticani Antonio Paolucci, il presidente della Fondazione per i Beni e le Attività Artistiche della Chiesa Giovanni Morello e il presidente del Comitato promotore per le Celebrazioni del IV Centenario della morte di Padre Matteo Ricci Adriano Ciaffi.

Apcom