lunedì 12 ottobre 2009

L'undicesima Congregazione generale: l'abolizione della pena di morte, la migrazione interna, le religioni tradizionali africane e i bambini

Stamani, alla presenza di Benedetto XVI, durante l’undicesima Congregazione generale del II Sinodo dei Vescovi per l’Africa, i presuli hanno riflettuto anche sui temi della migrazione interna e sui rapporti con le religioni tradizionali africane. In chiusura dei lavori poi, l’Aula del Sinodo ha ribadito l’appello per l’abolizione totale della pena di morte. Un appello inequivocabile per l’abolizione, totale e universale: l’Aula del Sinodo ricorda che la voce della Chiesa è quanto mai necessaria di fronte a crimini come i trattamenti brutali dei prigionieri di guerra, l’uccisione di civili nei conflitti, il reclutamento dei bambini-soldato. La strada della riconciliazione, dicono i Padri Sinodali, passa attraverso il rifiuto di simili violenze perché la guerra non è una giustificazione per i crimini contro l’umanità. Quindi, il Sinodo per l’Africa ha guardato alle migrazioni interne che coinvolgono almeno 40 milioni di persone e ha auspicato che tutte le Conferenze Episcopali africane si dotino di una pastorale per la mobilità umana, coinvolgendo anche chi è migrato all’estero, ha trovato un lavoro ed ora può aiutare il proprio Paese d’origine. Centrale anche l’attenzione alle religioni tradizionali africane, che costituiscono la matrice per forgiare una cultura di riconciliazione. Poi, dai Padri Sinodali arrivano alcuni suggerimenti: istituire un fondo di solidarietà diocesano, regionale e continentale, gestito dalla Caritas, che aiuti l’Africa svincolandola dagli aiuti dell’Occidente; creare Facoltà universitarie per la pace e la riconciliazione; promuovere la devozione alla Divina Misericordia che può favorire il dialogo con l’Islam. E ancora: i presuli hanno chiesto attenzione per i giovani così che, attraverso una maggiore diffusione della Dottrina Sociale della Chiesa, imparino a lavorare per la pace. I piani pastorali, inoltre, dovrebbero assegnare un posto più importante al sacramento della riconciliazione. Spazio, poi, a donne e bambini: per le prime si è richiesto un maggior coinvolgimento nelle Commissioni Giustizia e Pace, mentre per i secondi, soprattutto per gli orfani di guerra, si è auspicato una sempre maggiore accoglienza in tutte le strutture ecclesiastiche, poiché troppo spesso questi piccoli hanno soltanto la Chiesa da chiamare “Madre”. Infine, i Padri Sinodali hanno guardto avanti e hanno suggerito che l’Assemblea Speciale per l’Africa si concentri sulla formazione dei sacerdoti perché il futuro di questo continente dipende anche da loro.