E' giusto, ma non sufficiente, il ricorso alle cure palliative per i malati terminali, secondo il Papa che ha affermato che essi hanno bisogno anche di "gesti concreti di amore, di vicinanza e di cristiana solidarietà per venire incontro al loro bisogno di comprensione, di conforto e di costante incoraggiamento". "Oggi si ricorre sempre più all'utilizzo di cure palliative, le quali sono in grado di lenire le pene che derivano dalla malattia e di aiutare le persone inferme a viverla con dignità", ha detto Benedetto XVI. "Tuttavia, accanto alle indispensabili cure cliniche, occorre offrire ai malati gesti concreti di amore, di vicinanza e di cristiana solidarietà per venire incontro al loro bisogno di comprensione, di conforto e di costante incoraggiamento". Ciò, ha aggiunto Papa Ratzinger, "è quanto viene felicemente realizzato qui, all'Hospice Fondazione Roma, che pone al centro del proprio impegno la cura e l'accoglienza premurosa dei malati e dei loro familiari, in consonanza con quanto insegna la Chiesa, la quale, attraverso i secoli, si è mostrata sempre come madre amorevole di coloro che soffrono nel corpo e nello spirito". "Oggi la prevalente mentalità efficientistica tende spesso ad emarginare queste persone, ritenendole un peso ed un problema per la società. Chi ha il senso della dignità umana sa, invece, che esse vanno rispettate e sostenute mentre affrontano le difficoltà e la sofferenza legate alle loro condizioni di salute". "Cari malati, cari familiari, vi ho appena incontrato singolarmente, e ho visto nei vostri occhi la fede e la forza che vi sostengono nelle difficoltà. Sono venuto per offrire a ciascuno una concreta testimonianza di vicinanza e di affetto. Vi assicuro la mia preghiera, e vi invito a trovare in Gesù sostegno e conforto, per non perdere mai la fiducia e la speranza. La vostra malattia è una prova ben dolorosa e singolare, ma davanti al mistero di Dio, che ha assunto la nostra carne mortale, essa acquista il suo senso e diventa dono e occasione di santificazione". "Quando la sofferenza e lo sconforto si fanno più forti, pensate che Cristo - ha continuato il Papa - vi sta associando alla sua croce perchè vuole dire attraverso voi una parola di amore a quanti hanno smarrito la strada della vita e, chiusi nel proprio vuoto egoismo, vivono nel peccato e nella lontananza da Dio. Infatti, le vostre condizioni di salute testimoniano che la vita vera non è qui, ma presso Dio, dove ognuno di noi troverà la sua gioia se avrà umilmente posto i suoi passi dietro a quelli dell'uomo più vero: Gesù di Nazaret, Maestro e Signore".
Le cure palliative sono "una risposta alla crescente 'voglia' di eutanasia che la società oggi vuole imporci", secondo il presidente della Fondazione Roma che gestisce l'hospice per malati terminali al Gianicolo. "Dagli insegnamenti di Sua Santità Pio XII contro l'accanimento terapeutico - ha detto il professor Emmanuele Emanuele - siamo arrivati oggi a capire che la disperazione per il dolore che colpisce la persona è così grande da far desiderare che tutto finisca con la morte, con la morte provocata, con l'eutanasia. Padre Santo, la nostra esperienza ci porta a poter dire che il controllo del dolore, senza la perdita della conoscenza, aiuta ad affrontare la morte con dignità. Questo - ha concluso il responsabile dell'Hospice Sacro Cuore nel saluto a Benedetto XVI - è ciò che ci propongono le cure palliative ed è sicuramente una risposta alla crescente 'voglia' di eutanasia che la società oggi vuole imporci".
Gli oltre trenta degenti del centro sono in massima parte affetti da infermità oncologiche, da Sla (Sclerosi laterale amiotrofica) o dall'Alzheimer. L'Hospice Sacro Cuore è nato nel 1998 ed è stato la struttura pilota dell'Italia centro-meridionale in un momento in cui il dibattito sulle cure palliative era ancora agli inizi. Dal gennaio 2005 esso unisce alle attività di degenza, ambulatorio e day hospital, un servizio di assistenza domiciliare giornaliera, che dai 90 malati iniziali è aumentato nel tempo ed è ora in grado di seguire circa 120 pazienti su tutto il territorio cittadino.
Apcom, Adnkronos