Le cattedrali e le università, la teologia e la filosofia: il Medioevo è ricco di luci che illuminano la storia e la cultura dell’Europa. Il Papa ricorda il rinnovamento spirituale promosso dai monaci benedettini, in particolare quelli dell’Ordine di Cluny. Sottolinea il contributo prezioso che l’esperienza dei monasteri ha svolto per la formazione dell’identità europea, richiamando il primato di Dio e favorendo la promozione dei valori umani e della pace. E invita a non disperdere questo tesoro: “Cari fratelli e sorelle, preghiamo perché tutti coloro che hanno a cuore un autentico umanesimo e il futuro dell’Europa sappiano riscoprire, apprezzare e difendere il ricco patrimonio culturale e religioso di questi secoli” (11 novembre 2009, La riforma cluniacense).
Secoli nei quali si stagliano figure straordinarie come San Bernardo di Chiaravalle, tra i grandi Dottori della Chiesa. San Bernardo, spiega il Papa, mette in guardia dai tentativi di “risolvere le questioni fondamentali su Dio, sull’uomo e sul mondo con le sole forze della ragione”. Richiamo quanto mai attuale, osserva Benedetto XVI: “La fede è anzitutto incontro personale, intimo con Gesù, è fare esperienza della sua vicinanza, della sua amicizia, del suo amore, e solo così si impara a conoscerlo sempre di più, ad amarlo e seguirlo sempre più. Che questo possa avvenire per ciascuno di noi!” (21 ottobre 2009, San Bernardo).
Altro grande pensatore medievale, a cui il Papa dedica una catechesi è Sant’Anselmo di Aosta. Il monaco benedettino, noto con l’appellativo di “Dottore Magnifico” pone sempre il suo pensiero al servizio della “contemplazione di Dio”. Ed insegna che l’attività del teologo si sviluppa in tre stadi: "La fede, dono gratuito di Dio da accogliere con umiltà; l’esperienza, che consiste nell’incarnare la Parola di Dio nella propria esistenza quotidiana; e quindi la vera conoscenza, che non è mai frutto di asettici ragionamenti, bensì di un’intuizione contemplativa" (23 settembre 2009, Sant'Anselmo).
Alla teologia scolastica, fondata da Sant’Anselmo, Benedetto XVI dedica una meditazione per indicare quanto anche l’uomo di oggi abbia bisogno di un dialogo rispettoso tra fede e ragione, di unità e armonia tra di esse. E rammenta che la teologia scolastica è legata alla nascita delle prime università, altra grande “invenzione” del Medioevo. La teologia scolastica, afferma ancora il Papa: “...ci ricorda che tra fede e ragione esiste una naturale amicizia, fondata nell’ordine stesso della creazione (...) La fede è aperta allo sforzo di comprensione da parte della ragione; la ragione, a sua volta, riconosce che la fede non la mortifica, anzi la sospinge verso orizzonti più ampi ed elevati” (28 ottobre 2009, Teologia monastica e teologia scolastica).
Ma il Medioevo è anche l’epoca in cui l’annuncio del Vangelo raggiunge i confini più lontani del mondo allora conosciuto. Protagonisti di questa avvincente missione sono Cirillo e Metodio, apostoli dell’Oriente cristiano, evangelizzatori dei popoli slavi. Sono loro, ricorda Benedetto XVI, gli antesignani dell’inculturazione: “In effetti, Cirillo e Metodio costituiscono un esempio classico di ciò che oggi si indica col termine 'inculturazione': ogni popolo deve calare nella propria cultura il messaggio rivelato ed esprimerne la verità salvifica con il linguaggio che gli è proprio. Questo suppone un lavoro di ‘traduzione’ molto impegnativo, perché richiede l’individuazione di termini adeguati a riproporre, senza tradirla, la ricchezza della Parola rivelata” (17 giugno 2009, Santi Cirillo e Metodio).
Ancora, nel Medioevo si afferma la "via della bellezza", che, rileva il Papa, è forse l’itinerario “più attraente ed affascinante per giungere ad incontrare e amare Dio”. Una bellezza, sottolinea, che, attraverso le cattedrali, ha educato alla fede intere generazioni cristiane: “Le cattedrali gotiche mostravano una sintesi di fede e di arte armoniosamente espressa attraverso il linguaggio universale e affascinante della bellezza, che ancor oggi suscita stupore (...) Lo slancio verso l’alto voleva invitare alla preghiera ed era esso stesso una preghiera. La cattedrale gotica intendeva tradurre così, nelle sue linee architettoniche, l’anelito delle anime verso Dio” (18 novembre 2009, La Cattedrale dall'architettura romanica a quella gotica, il retroterra teologico).
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