giovedì 21 gennaio 2010

Presentati al Papa nella memoria di Sant'Agnese due agnelli, la cui lana servirà a tessere i Pallii che i nuovi metropoliti riceveranno il 29 giugno

L’odierna memoria liturgica di Sant’Agnese ha visto compiersi il tradizionale rito della presentazione al Papa di due agnelli, benedetti questa mattina nella Basilica sulla Via Nomentana intitolata alla vergine e martire romana. La loro lana servirà per la tessitura dei sacri pallii, le insegne onorifiche che saranno consegnate dal Pontefice ai nuovi arcivescovi metropoliti il prossimo 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo. La breve cerimonia si è svolta, come di consueto, nella Cappella intitolata a Urbano VIII nel Palazzo Apostolico. Il pallio è una fascia di lana bianca su cui spiccano sei croci di seta nera: è un’insegna liturgica d’onore e di giurisdizione, simbolo del particolare legame che unisce gli arcivescovi metropoliti al Successore di Pietro. Si tratta di una tradizione che affonda le sue radici nel martirio di Sant’Agnese, fanciulla romana, martirizzata durante la persecuzione di Decio o di Diocleziano, tra il III e il IV secolo, per avere testimoniato Cristo in un periodo in cui molti fedeli rinnegavano la fede per salvare la propria vita. Agnese, appena dodicenne, non rinnegò Gesù e fu trafitta con un colpo di spada alla gola, nel modo con cui si uccidevano gli agnelli. Per questo nell’iconografia è raffigurata spesso con un agnello, simbolo di Cristo crocifisso per la salvezza dell’umanità. La liturgia odierna ci ricorda che Dio rivela nei deboli la sua potenza e dona agli inermi la forza del martirio: è lo scandalo della Croce, come sottolinea Benedetto XVI: “Lo ‘scandalo’ e la ‘stoltezza’ della Croce stanno proprio nel fatto che laddove sembra esserci solo fallimento, dolore, sconfitta, proprio lì c'è tutta la potenza dell'Amore sconfinato di Dio, perché la Croce è espressione di amore e l’amore è la vera potenza che si rivela proprio in questa apparente debolezza” (29 ottobre 2008).
Niente ci potrà separare dall’amore di Cristo – afferma San Paolo nella prima Lettura della Messa per Sant’Agnese: non le persecuzioni, non i pericoli, non la morte. “Per causa tua – dice a Gesù l’Apostolo delle Genti - siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello”. E il Papa invita tutti i credenti a testimoniare la fede senza compromessi: “Il martire cristiano attualizza la vittoria dell’amore sull’odio e sulla morte. Preghiamo per quanti soffrono a motivo della fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. Maria Santissima, Regina dei Martiri, ci aiuti ad essere testimoni credibili del Vangelo, rispondendo ai nemici con la forza disarmante della verità e della carità” (Angelus, 26 dicembre 2007).

Radio Vaticana