Benedetto XVI e la Curia Romana hanno terminato questa mattina la settimana di esercizi spirituali della Quaresima. Nella Cappella Redemptoris Mater del Palazzo apostolico, il predicatore salesiano, don Enrico Dal Covolo, ha ricevuto il ringraziamento e gli apprezzamenti del Papa per le sue “lezioni di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale”. Un modo “appassionato e molto personale” di riflettere sul ministero del sacerdozio, una guida “nel cammino verso Cristo, nel cammino di rinnovamento” della vocazione. Dopo aver ascoltato, pregato e riflettuto in silenzio per una settimana nel ritiro della sua cappelletta privata, interna alla più grande cappella Redemptoris Mater, Benedetto XVI ha voluto sottolineare così il viaggio intrapreso. Il Papa ha mostrato di apprezzare proprio l’aspetto dell’ascolto intimo, profondo. Quello che – come ricordato durante gli esercizi – Salomone chiese e ricevette come grazia, la docilità di un cuore capace di ascoltare Dio: “In realtà mi sembra che qui sia riassunta tutta la visione cristiana dell'uomo. L'uomo non è perfetto in sé, l'uomo ha bisogno della relazione, è un essere in relazione...Ha bisogno dell'ascolto, dell'ascolto dell'altro, soprattutto dell'Altro con la A maiuscola, di Dio. Solo così conosce se stesso, solo così diviene se stesso”. Questo tipo di ascolto, ha proseguito il Pontefice, è segno di una sapienza possibile solo nella comunione della Chiesa. Come quella che Benedetto XVI ha rivelato di aver contemplato in questi giorni in uno degli splendidi mosaici che ornano la Cappella Redemptoris Mater, che ritrae la Vergine, definita “Trono vivente della Saggezza”, con in grembo Cristo, la “Sapienza incarnata”. “I Padri della Chiesa dicono che nel momento della concezione del Verbo eterno nel grembo della Vergine lo Spirito Santo è entrato in Maria tramite l'orecchio. Nell'ascolto ha concepito la Parola eterna, ha dato la sua carne a questa Parola. E così ci dice che cosa è avere un cuore in ascolto”. "Maria è qui circondata dai padri e dalle madri della Chiesa, dalla comunione dei santi. E così vediamo e abbiamo capito proprio in questi giorni che non nell'io isolato possiamo realmente ascoltare la Parola: solo nel noi della Chiesa, nel noi della comunione dei santi". Benedetto XVI ha quindi ricordato i cosiddetti “medaglioni” sacerdotali presentati da don Enrico Dal Covolo, che hanno dato concretezza alla riflessione sulla vocazione al ministero ordinato. Cinque ritratti esemplari di presbiteri, da San Giovanni Maria Vianney a Giovanni Paolo II, con un preambolo incentrato sulla concezione che del sacerdozio avevano i Padri antichi, da Sant’Agostino a Sant’Ignazio di Antiochia: “Così abbiamo realmente di nuovo percepito che cosa vuol dire essere sacerdote, divenire sempre più sacerdoti. Lei ha anche sottolineato che la consacrazione va verso la missione, è destinata a divenire missione. In questi giorni abbiamo approfondito con l'aiuto di Dio la nostra consacrazione. Così, con nuovo coraggio, vogliamo adesso affrontare la nostra missione. Il Signore ci aiuti. Grazie a lei per il suo aiuto, Don Enrico”.
Radio Vaticana, Agi
CONCLUSIONE DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI DELLA CURIA ROMANA - il testo integrale del saluto del Papa
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