SIR, Agi
domenica 14 febbraio 2010
La visita all'Ostello della Caritas di Roma. Gli indirizzi di saluto a Benedetto XVI. Il toccante discorso di Giovanna che ha fatto commuovere il Papa
“La sua presenza è occasione per riaffermare che la carità è inseparabile dalla giustizia”. È quanto ha detto ieri mattina il card. Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, salutando Benedetto XVI recatosi in visita all’Ostello della Caritas di Roma. “Attraverso l’ostello, la mensa e il poliambulatorio medico, come pure mediante le numerose altre opere della Caritas in molti luoghi della città – ha aggiunto il cardinale - la comunità ecclesiale, incoraggiata da lei parla alla città con la volontà di riparare in tanti casi alla giustizia negata e offre il primo contributo per una cultura in cui i poveri non sono fonte di problemi, ma persone meno provvedute e come noi titolari di diritti, e incoraggia le istituzioni perché lo stato sociale non subisca ingiusti dimensionamenti e le fasce più deboli della popolazione non siano mortificate”. La Caritas di Roma ha appena celebrato i 30 anni di attività, ha ricordato il card. Vallini. “Consideriamo questa sua visita come un invito a non accontentarci del bene compiuto, ma a progredire con rinnovato vigore nella missione che il Signore ci affida, di non chiudere mai il cuore al grido dei poveri”. “Ho memoria ormai lunga di questo posto; spesso mi trovo a pensare a tutti quelli che in questi anni sono stati qui; molti di loro non sono più con noi ma non ci hanno lasciato per sempre”, ha detto al Papa Giovanna Contaldo, una delle ospiti del Centro: “Noi, Santità, le chiediamo di resistere alle fatiche del mondo, di ricordare che se le chiediamo di pregare per noi è perché le garantisco che noi pregheremo per lei. Perché Dio che le dia la forza di essere sereno e forte e pieno di speranza come lo siamo noi. Qui lei trova dolore, certamente, ma se dovesse, nel viaggio di ritorno, poter portare con lei una cosa soltanto, porti, la prego, la speranza”. “Su quella croce spezzata dal terremoto – ha detto Giovanna, consegnando al Papa il Crocifisso trovato tra le macerie di Onna - c’è il dolore di noi che abitiamo l’Ostello, della gente d’Abruzzo, dei piccoli di Haiti, lo straziante martirio dei padri e delle madri che nella morte dei loro figli rinnovano ogni volta il dolore di Maria. Un dolore inspiegabile, lancinante, ma non disperato. La croce che le doniamo restaurata, non è, quindi, l’immagine della sofferenza ma l’attesa dell’alba e del riscatto”. “Sono ammirato nel vederla solcare lo spazio con i nostri aerei per portare nel mondo il messaggio di pace e di amore”. Così invece il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, si è rivolto a Benedetto XVI. Nel suo indirizzo di saluto, Matteoli ha poi richiamato il tema “della responsabilità sociale”, ricordando che “terra e cielo non ci appartengono: noi lavoriamo per la salvaguardia del creato”. “Servizio e sicurezza - ha detto - guidano il nostro lavoro. Sappiamo che non è facile ma cerchiamo di fare bene il nostro dovere”.