martedì 16 marzo 2010

Nota della Conferenza Episcopale irlandese per chiarire il caso di presunto insabbiamento del card. Brady di abusi sessuali di un prete

Dopo le richieste di sue dimissioni che si sono levate a gran voce in Irlanda, il primate della Chiesa Cattolica dell'isola, card. Sean Bready (foto), arcivescovo di Armagh, ha spiegato di non volersi dimettere e in comunicato diffuso oggi tramite l'ufficio stampa della Conferenza Episcopale irlandese ribadisce di non aver avuto nessuna responsabilità nella copertura di un caso di pedofilia negli anni '70. Il porporato è sotto accusa per aver partecipato a due udienze di un processo canonico contro un prete accusato di aver abusato di due bambini, ai quali venne chiesto di mantenere il silenzio sulla vicenda. Brady, nel comunicato diffuso oggi, spiega di esser stato chiamato nel 1975 ad assistere nel processo, condotto dall'allora vescovo della diocesi di Kilmore, mons. Joseph MacKiernan, in quanto esperto di diritto canonico, senza però avere alcun potere decisionale nella vicenda. A una prima udienza partecipò solo in veste di segretario, prendendo appunti, mentre alla seconda fu lui stesso a condurre a porre le domande al ragazzo abusato, allora quindicenne. La segretezza chiesta ai ragazzi, spiega il comunicato, nasceva dall'esigenza di ''evitare una potenziale collaborazione nell'acquisizione delle prove dell'inchiesta e garantire quindi che il processo fosse sufficientemente robusto da resistere alle critiche dall'accusato, padre Brendan Smyth''. Ad ogni modo, il cardinale precisa di aver presentato i suoi appunti a mons. MacKiernan perchè prendesse provvedimenti, e di essersi quindi recato dal superiore del prete molestatore, abate del monastero di Kilnacrott. Smyth venne rimosso dalle sue funzioni sacerdotali e gli venne prescritta una cura psicologica, senza che però venisse denunciato alle autorità. Malgrado la sospensione, estesa poi a tutto il Paese, Smyth riuscì a continuare il suo ''lavoro'', abusando di bambini fino al 1993. Nell'arco di 40 anni avrebbe violentato centinaia di bambini. Arrestato e condannato a 12 anni, è morto in carcere a metà degli anni '90. In un'intervista alla radio della BBC, il card. Brady ha ammesso: ''Ora capisco che avrei dovuto fare di più, ma all'epoca pensavo di aver fatto ciò che mi si richiedeva di fare. Ho agito con estrema urgenza, seguendo il percorso più breve per far fermare questa cosa, quella era la mia maggiore preoccupazione, la sicurezza dei ragazzi''. Al giornalista che gli ha chiesto se si dimetterà di fronte alle proteste dell'opinione pubblica nei suoi confronti, Brady ha risposto che lo farà ''solo se me lo chiederà il Santo Padre''.

Asca