martedì 27 aprile 2010

Versaldi: la pedofilia va affrontata facendo di più sul discernimento dell'idoneità al sacerdozio. Da alcuni vescovi italiani una cultura del silenzio

Il problema della pedofilia nella Chiesa "va affrontato nelle sue cause e non solo riparato nelle sue conseguenze ormai devastanti", secondo mons. Giuseppe Versaldi, vescovo di Alessandria. "La Chiesa può fare veramente di più a livello di formazione al sacerdozio e di discernimento circa l'idoneità a questa vocazione, superando le proteste di chi può accusarla di eccessiva severità, se non di discriminazione (e qui sono da annoverare anche coloro che ora pretendono una Chiesa non solo severa, ma spietata verso i preti colpevoli e anche i vescovi)". "Gli esperti in materia dicono che ci sono degli indicatori del possibile sviluppo di atteggiamenti pedofili che si possono cogliere in antecedenza, così da poter prevenire o comunque intervenire per limitare i danni", afferma Versaldi in un'intervista al quindicinale Il Regno. "Certo è necessario che ci siano occhi capaci di cogliere tali fenomeni premonitori, ma ciò è facilitato se, come nel caso del sacerdozio, il soggetto è per anni in una struttura formativa finalizzata proprio al discernimento vocazionale". Inoltre, "ci vogliono guide nei seminari capaci di aiutare i soggetti a vedere ciò che soggettivamente, anche in buona fede, non vedono e indirizzarli ad adeguati interventi terapeutici, tenendo ben presente che in caso di dubbio circa l'idoneità al sacerdozio il vescovo può lecitamente non ordinare il candidato". La 'rivoluzione sessuale', ma non solo: monsignor Versaldi riecheggia quanto affermato da diversi uomini di Chiesa, nonché dal Papa, sulle cause remote del fenomeno della pedofilia nella Chiesa, ma allarga lo sguardo e punta il dito sia contro i "lassisti" che contro i "conservatori", almeno nelle loro manifestazioni estreme. "Se siano più dannosi contesti sociali lassisti o conservatori, io direi che in questo caso gli estremi si toccano", afferma il presule, molto stimato dal card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano. "Certo, in una cultura nella quale, in nome della rivoluzione sessuale, non si vogliono più ammettere regole ai comportamenti sessuali - prosegue Versaldi - chi soffre di qualche fragilità in questo campo non sarà invogliato a riconoscere la necessità di un intervento volto a modificare le sue tendenze, anzi sarà portato a giustificare qualunque gratificazione sessuale come espressione della sua libertà. D'altra parte - aggiunge Versaldi - non risulta che metodi educativi intransigenti, basati sulla repressione e negazione degli aspetti negativi delle persone, possano sortire effetti migliori in quanto possono al più nascondere i problemi senza risolverli, contando su una certa omertà che alla lunga non regge". Alcuni vescovi italiani hanno promosso una "cultura del silenzio" sul tema della pedofilia al punto che si sono registrate "inosservanze" delle norme canoniche in materia "e anche ostacoli nei singoli casi". "Anche la Conferenza Episcopale italiana (CEI) ha scritto un documento nel quale, in applicazione delle norme universali, si danno delle indicazioni ai vescovi italiani nel caso si trovino di fronte a questi casi", afferma Versaldi. "Dunque, a livello di legislazione canonica, non c'è alcun appunto da fare circa l'azione severa e giusta che la Chiesa anche in Italia sta svolgendo in una materia che, pur dolorosa e scandalosa, riguarda una percentuale minima di sacerdoti. Altra cosa è l'applicazione delle norme ecclesiastiche, in cui entra in gioco la responsabilità dei singoli vescovi e, dunque, possono verificarsi casi di inadeguatezza che possono far pensare a una certa cultura del silenzio". Versaldi spiega, ancora: Il "documento" della CEI "consiglia all'autorità ecclesiastica, nel caso in cui ci sia già in corso un procedimento dell'autorità italiana, di non intraprendere il procedimento canonico per non creare inciampi alle indagini e di attenderne le conclusioni per eventuali provvedimenti canonici, nonché scongiurare nel frattempo il rischio di reiterazione del reato". Interpellato per un chiarimento, il portavoce della CEI, mons. Domenico Pompili, ha precisato all'agenzia Apcom: "Non esiste un documento ufficiale della CEI. In passato furono fatte conoscere ai vescovi alcune indicazioni pratiche concordate con la Santa Sede che di fatto esplicitavano le linee-guida che la Congregazione per la dottrina della fede aveva pubblicato nel 2003. Rispetto a quella situazione oggi il riferimento è la pubblicazione di linee guida che la Santa Sede ha fatto il 12 aprile scorso e che si trovano anche sul sito internet del Vaticano. Ci atteniamo a quelle indicazioni". Mons. Versaldi, ad ogni modo, spiega che non si può "accusare la Chiesa di occultare i casi dei preti pedofili per il solo fatto che segue la propria legislazione. Sarebbe invece scorretto se l'autorità ecclesiastica impedisse od ostacolasse positivamente l'azione penale da parte dello stato. Ora, se si esaminano oggettivamente tutte le norme della Chiesa (compreso il documento della CEI) non v'è traccia di tale condotta, anzi c'è l'invito a una piena collaborazione con tutte le autorità per fare giustizia nei singoli casi. Da parte di molti, al contrario, si vorrebbe che la Chiesa rinunciasse alla propria procedura per demandare solo allo stato questi procedimenti penali. Ciò non toglie, ripeto, che nell'applicazione della giustizia canonica ci siano state inosservanze e anche ostacoli nei singoli casi, che non vanno generalizzati e sono stati condannati a tutti i livelli, come da ultimo è avvenuto nella chiara e coraggiosa Lettera di Benedetto XVI ai cattolici dell'Irlanda". Il presule è uno dei cinque vescovi che hanno condotto un'inchiesta del Vaticano, una "visitazione apostolica", sul fondatore dei Legionari di Cristo, il sacerdote messicano Marcial Maciel che abusò di diversi suoi seminaristi minorenni ed ebbe alcuni figli illegittimi. Dopo aver consegnato i risultati dell'ispezione al card. Bertone, i cinque presuli incontreranno lo stesso Bertone ed altri esponenti della Santa Sede giovedì e venerdì prossimo. Tutto lascia pensare che la congregazione religiosa verrà commissariata.

Apcom