venerdì 25 giugno 2010

Il Papa: pace stabile in Terra Santa, Iraq e Medio Oriente dal rispetto dei diritti di persone, famiglie e popoli, superando ogni discriminazione

Un appello per “una pace stabile ed una convivialità solida” in Terra Santa, Iraq e Medio Oriente”, che nasca “dal rispetto dei diritti della persona, delle famiglie, delle comunità e dei popoli, e dal superamento di ogni discriminazione religiosa, culturale o sociale”: lo ha lanciato questa mattina Benedetto XVI, parlando ai partecipanti all'83° Assemblea della Riunione delle Opere in aiuto alle Chiese orientali. Il Papa ha incoraggiato “i fratelli e sorelle che, in Oriente, condividono il dono inestimabile del Battesimo, a perseverare nella fede e, nonostante i numerosi sacrifici, a rimanere là dove sono nati”. Allo stesso tempo ha esortato “i migranti orientali a non dimenticare le loro origini, specialmente religiose”. Benedetto XVI ha poi reso un “omaggio particolare ai cristiani che soffrono la violenza a causa del Vangelo”. In questo senso ha rivolto un appello “ai responsabili delle nazioni perché garantiscano realmente, senza distinzioni e dovunque, la professione pubblica e comunitaria delle convinzioni religiose di ciascuno”. Il Papa ha richiamato anche la preparazione dell’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, che “sta già producendo frutti di ‘comunione e testimonianza’”. L’Instrumentum laboris del Sinodo per il Medio Oriente è stato infatti consegnato ai rappresentanti degli episcopati mediorientali durante il viaggio a Cipro. Benedetto XVI ha infine chiesto “di contribuire con le vostre opere a tenere viva la ‘speranza che non delude’ tra i cristiani d’Oriente”. “Nel ‘piccolo gregge’ che essi compongono è già operante il futuro di Dio e la ‘via stretta’ che stanno percorrendo è descritta dal Vangelo come ‘via alla vita’. Vorremo essere sempre al loro fianco!”. ''Affido al Signore - ha detto Papa Ratzinger - i benefattori, gli amici e i collaboratori vivi e defunti, legati in vario modo alla Roaco, con un particolare ricordo per mons.Padovese, recentemente scomparso''. “Se i sacerdoti svolgono il proprio servizio guidati veramente da motivi spirituali, anche i laici sono rafforzati nel loro impegno di occuparsi delle questioni temporali secondo la propria vocazione cristiana”. “Mi rallegro nell’apprendere che le Chiese orientali cattoliche hanno cooperato alacremente alla realizzazione degli scopi dell’Anno Sacerdotale e che le opere assistenziali di Roaco hanno l’obiettivo di continuare a sostenerle in questo ambito”, ha osservato il Papa. “Non avete considerato solo la formazione dei candidati alla consacrazione sacerdotale - che continua ad essere una priorità - ma anche le necessità del clero che opera nella pastorale, come ad esempio la sua formazione spirituale e culturale, nonché gli aiuti destinati a sacerdoti che attraversano la fase particolarmente difficile ma allo stesso feconda della malattia e della vecchiaia”. Il Papa li ha poi esortati ad impegnarsi “per far sì che i sacerdoti delle Chiese orientali possano essere eco di questa eredità spirituale per i nostri tempi. In questo modo potrete dare grande impulso alla rete di istituzioni scolastiche e sociali, che con ragione sono un vostro obiettivo”.