martedì 6 luglio 2010

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Avviato un percorso di preparazione e di scambio per i gemellaggi delle diocesi italiane con quelle spagnole

Non c’è dubbio che la voglia di viaggiare, di esplorare, di conoscere nuovi amici sono da sempre tra gli "ingredienti" fondamentali delle GMG, perché sono scritti nel DNA dei giovani e li spingono costantemente verso nuove mete. Ma i pellegrini che si mettono in marcia verso il grande incontro con il Pontefice e i loro coetanei di tutto il mondo non sono mai semplici turisti, bensì veri e propri "pellegrini missionari". Per loro, infatti, la GMG non è un’occasione solo per accumulare un tesoro prezioso di conoscenze ed esperienze ma anche per donare e condividere le ricchezze portate da casa. Di questa voglia di condivisione l’espressione più evidente e intensa sono sicuramente i "Giorni nelle diocesi", i gemellaggi che i gruppi in marcia verso gli eventi centrali della GMG vivono nelle comunità locali della nazione ospite. Un’esperienza che si ripeterà per Madrid 2011 nell’agosto del prossimo anno e che già moltissime diocesi italiane stanno preparando con entusiasmo. Ne è testimonianza il lungo elenco in costante aggiornamento sul sito www.gmg2011.it e che dà notizia dei contatti già presi tra le diocesi italiane e quelle iberiche.
In alcuni casi le regioni ecclesiastiche si muoveranno assieme: è il caso dell’Umbria, che sarà ospitata da Santiago de Compostela, o della Toscana, che andrà a Valencia. "I pellegrini toscani saranno ospiti delle famiglie del centro città – anticipa don Danilo Costantino, referente regionale per la pastorale giovanile – e il programma è già in via di definizione. Partiremo in traghetto da Livorno e da Civitavecchia e abbiamo circa 1900 posti disponibili". In Toscana il cammino di preparazione vedrà la "peregrinatio" dell’icona di una Madonna venerata a Valencia e poi una festa finale regionale per il mandato ai pellegrini. "Il prossimo inverno – racconta ancora don Costantino – attendiamo la visita dei delegati di Valencia ma prima vorremmo tornare là assieme a un gruppo di giovani per cementare i già calorosi rapporti che si sono creati con la diocesi spagnola".
"I gemellaggi sono un valore aggiunto importantissimo per la GMG, perché permettono di coltivare legami intensi prima della grande esperienza in mezzo alla folla degli eventi centrali – sottolinea il responsabile della Pastorale giovanile di Cesena-Sarsina, don Marcello Palazzi –. Noi, assieme a Reggio Emilia-Guastalla, abbiamo già preso contatto con la diocesi di Girona inviando due giovani in Catalogna. Là hanno incontrato il responsabile della pastorale giovanile della città, che è anche il referente regionale", racconta don Palazzi. Prossimo "contatto" prima dell’inverno, quando il vescovo di Girona arriverà a Cesena.
Alle volte poi si tratta di riscoprire antichi legami proprio nel nome di quei missionari che hanno legato nella fede città e popoli. È il caso di Venezia, come spiega don Renato Mazzuia, responsabile della Pastorale giovanile del patriarcato della laguna: "Andremo a Pamplona (dove saranno presenti anche Vicenza e Termoli-Larino) – racconta il sacerdote – sui passi di Sant’Ignazio di Loyola e di San Francesco Saverio, entrambi navarresi e ordinati a Venezia. L’idea è quella di fare un tratto del viaggio in traghetto, richiamandoci così a quelle 'rotte' seguite nel Mediterraneo dal Vangelo".
Anche la vicina Treviso ha già preso contatti con Saragozza, come racconta don Massimo Gallina, incaricato diocesano della Pastorale giovanile: "Una prima visita l’abbiamo fatta a febbraio: ci hanno detto che potranno ospitare 7.500 pellegrini e le richieste sono già 3.500 da diverse nazioni.In questi giorni, poi, stiamo progettando le date delle veglie in Cattedrale con il vescovo per la preparazione al viaggio. In autunno, inoltre, gli incaricati della pastorale giovanile di Saragozza ci faranno visita e andranno anche a Padova e Verona, anch’esse 'gemellate' con la città spagnola per la GMG".
Questi i dati che confermano e rendono preziosi i suggerimenti arrivati dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI. "Nelle diocesi spagnole saremo ospitati insieme ad altre diocesi provenienti da altre parti del mondo – nota don Nicolò Anselmi, responsabile del Servizio nazionale –: può essere bello avviare dei contatti e prepararsi alla conoscenza dei Paesi dei gruppi presenti". La chiave, allora, sarà la formazione, aggiunge don Anselmi, che suggerisce incontri in diocesi con gli Uffici missionari oppure itinerari dedicati all’approfondimento del patrimonio culturale, artistico e di fede della propria comunità locale. E poi ancora: preparare i doni da scambiare con gli altri giovani e con le famiglie che ospiteranno i pellegrini, portare nel pellegrinaggio immagini dei santi locali o oggetti che rappresentino la tradizione di fede del proprio territorio o dell’Italia, che il prossimo anno ricorderà anche il 150° dall’unità, preparare anche spettacoli di musica e danza da offrire durante i giorni nelle diocesi. Le idee in campo artistico, musicale, culturale, sportivo possono essere tante e ai giovani di certo non manca la fantasia e la voglia di creare legami nuovi e fare nuove conoscenze.

Matteo Liut, Avvenire