"Non è la conoscenza in sé che può far male, ma la presunzione, il 'vantarsi' di ciò che si è arrivati – o si presume di essere arrivati – a conoscere. E proprio da qui derivano le fazioni e le discordie nella Chiesa e, analogamente, nella società" [Agli studenti dei Pontifici Atenei Romani (30 ottobre 2008)].
Dio non si rivela “ai sottili ragionatori di questo mondo”, ma ai piccoli, a quanti sono disponibili a lasciarsi sorprendere dalla novità dell’agire divino: “È questo che a Dio interessa. Dio ama tutti perché tutti sono creature sue. Ma alcune persone hanno chiuso la loro anima; il suo amore non trova presso di loro nessun accesso. Essi credono di non aver bisogno di Dio; non lo vogliono. Altri che forse moralmente sono ugualmente miseri e peccatori, almeno soffrono di questo. Essi attendono Dio. Sanno di aver bisogno della sua bontà, anche se non ne hanno un’idea precisa. Nel loro animo aperto all’attesa la luce di Dio può entrare, e con essa la sua pace” (24 dicembre 2005: Natale - Santa Messa di Mezzanotte).
La sapienza di Dio, afferma il Papa, si rivela nel mistero della Croce, che per i Giudei è scandalo, per i greci è stoltezza: “Lo ‘scandalo’ e la ‘stoltezza’ della Croce stanno proprio nel fatto che laddove sembra esserci solo fallimento, dolore, sconfitta, proprio lì c'è tutta la potenza dell'Amore sconfinato di Dio, perché la Croce è espressione di amore e l’amore è la vera potenza che si rivela proprio in questa apparente debolezza” (29 ottobre 2008, Udienza generale).
Solo i piccoli comprendono che nella storia ha vinto la Croce e non la saggezza che si oppone alla Croce. I piccoli vanno oltre la superficie delle cose, vedono con gli occhi della fede l’opera di Dio nella storia, come Maria che nel Magnificat riconosce la grandezza di Dio.
"Per questo è Beata, perché ha creduto: per la fede, infatti, ha accolto la Parola del Signore e ha concepito il Verbo incarnato. La sua fede Le ha fatto vedere che i troni dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade. E il suo Magnificat, a distanza di secoli e millenni, resta la più vera e profonda interpretazione della storia, mentre le letture fatte da tanti sapienti di questo mondo sono state smentite dai fatti nel corso dei secoli" [Conclusione del mese mariano (31 maggio 2008)].
Radio Vaticana