lunedì 4 ottobre 2010

Il Papa: in un tempo difficile di crisi e conflitti le religioni sono chiamate a realizzare la loro speciale vocazione di servizio alla pace

“In un tempo difficile di crisi e conflitti, acutizzati dal fenomeno sempre più esteso della globalizzazione, le religioni sono chiamate a realizzare la loro speciale vocazione di servizio alla pace e alla convivenza”. E’ l’appello che Papa Benedetto XVI ha lanciato ai partecipanti al XII Meeting per la Pace sul tema "Vivere insieme in un tempo di crisi. Famiglia di popoli, famiglia di Dio", che si è aperto ieri a Barcellona su iniziativa della Comunitá di Sant’Egidio e dell’Arcivescovado di Barcellona. Al meeting sono presenti 300 rappresentanti religiosi delle grandi tradizioni spirituali mondiali e si sono iscritte oltre 3000 persone ai vari eventi che si terranno in contemporanea in diversi punti della città fino a domani. Importanti le rappresentanze dell’Ortodossia provenienti da 11 diverse Chiese. Spicca la delegazione della Chiesa Ortodossa di Mosca, composta da 6 rappresentanti, e guidata dal Metropolita Ilarion, presidente del Dipartimento Relazioni Esterne del Patriarcato. Oltre 60 i rappresentanti delle diverse Chiese cristiane (anglicani e protestanti). L’ebraismo è rappresentato da piú di 20 personalitá tra le quali spicca il Rabbino Capo di Israele Yona Metzger mentre l’Islam religioso è rappresentato da oltre 30 personalitá. Infine ci sono le grandi religioni asiatiche (Buddismo,Tenrikyo, Rissho Kosei Kai, Jainismo, Induismo) con delegazioni numerose per un totale di oltre 80 personalitá. “Riconoscendo in Dio la fonte dell’esistenza di ogni uomo – scrive papa Benedetto XVI nel messaggio – le religioni aiutano l’intera società a promuovere la dignità inviolabile di ciascun essere umano”. Ed ha aggiunto: “Il servizio disinteressato alla pace esige da parte di tutti i credenti l’impegno ineludibile e prioritario della preghiera”. “Nella preghiera – ha sottolineato il Papa -, ci è data anche la possibilità di imparare il linguaggio della pace e del rispetto, fortificando quel seme di pace che lo stesso Dio ha seminato nel cuore degli uomini e che costituisce, al di là delle differenze di razza, cultura e religione, l’anelito più profondo dell’essere umano. Allo stesso tempo nella preghiera possiamo trovare nuove forze spirituali per non lasciarci vincere dalle difficoltà né dalle insidie del male e per non perderci d’animo nella necessaria via del dialogo, che allontani definitivamente incomprensioni e diffidenze e ci permetta di continuare a costruire come fratelli e membri della stessa famiglia umana la via della convivenza armonica”.

SIR