domenica 31 ottobre 2010

Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Lombardi: una prospettiva più alta, uno sguardo animato da quel realismo della speranza che nasce dalla fede

Il Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente è stato caratterizzato dal “realismo della speranza”. Lo ha detto padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, nel suo editoriale per “Octava Dies”, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano. “Che cosa chiede nel suo Messaggio il Sinodo ai governanti dei popoli del Medio Oriente? Che i cristiani – ha risposto il portavoce vaticano – 'possano godere di tutti i diritti di cittadinanza, di libertà di coscienza e di culto, di libertà nel campo dell’insegnamento e dell’educazione e nell’uso dei mezzi di comunicazione' perché 'sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali'”. “Che cosa dice rivolgendosi alla comunità internazionale? Che 'noi condanniamo la violenza e il terrorismo, di qualunque origine, e qualsiasi estremismo religioso. Condanniamo ogni forma di razzismo, l’antisemitismo, l’anticristianesimo e l’islamofobia, e chiamiamo le religioni ad assumere le loro responsabilità nella promozione del dialogo delle culture e delle civiltà nella nostra regione e nel mondo intero'”. “Gli interventi del rappresentante ebreo, di quello sunnita e di quello sciita sono stati accolti con attenzione e disponibilità ed applauditi – ha continuato il sacerdote gesuita –. I membri del Sinodo si sono espressi con grande libertà, presentando con lealtà e serenità il quadro complessivo della situazione delle loro comunità ecclesiali”. “Certo – ha aggiunto –, si è trattato di un’assemblea con radici profonde in una terra percorsa da tensioni e problemi drammatici, ma la natura ecclesiale di quest’assemblea, la sua motivazione religiosa, spirituale, la ha resa capace di elevarsi ad una prospettiva più alta, ad uno sguardo animato da quel realismo della speranza che nasce dalla fede vissuta in questa nostra storia”. “Ci auguriamo – ha poi concluso – che tutti se ne rendano conto e lo riconoscano affinché il Sinodo possa dare i suoi frutti, anzitutto per la Chiesa, ma anche per tutti i popoli del Medio Oriente, proprio tutti!”.