lunedì 31 gennaio 2011

Mons. Luigi Mistò, l'economo della diocesi di Milano, sulla via di Roma. Uomo di fiducia del card. Nicora, potrebbe essere nominato prelato dello Ior

A breve l’Istituto per le opere di religione potrebbe avere un nuovo prelato. Secondo indiscrezioni, è in arrivo all’istituto bancario presieduto da Ettore Gotti Tedeschi un uomo di fiducia del card. Attilio Nicora, da poche settimane presidente dell’Autorità d’informazione finanziaria, la nuova authority incaricata di controllare l’attività finanziaria di tutti gli enti della Santa Sede. E si tratterebbe anche in questo caso di un nome legato al mondo della cosiddetta finanza bianca milanese, la “buona” finanza cattolica lombarda con salde radici bresciane: mons. Luigi Mistò, 58 anni, già responsabile nella diocesi di Milano del card. Dionigi Tettamanzi del servizio per il Sostegno economico della Chiesa. La notizia è confermata da Sandro Magister sul suo blog: “Per questa carica”, scrive, “che in passato ha sempre dato pessima prova di sé, è in arrivo la nomina di Mistò”. L’incarico di prelato dello Ior evoca spettri del passato difficili da cancellare. Prelato fu, ai tempi di Marcinkus, il vescovo Donato De Bonis. Talmente spericolate e discutibili furono le sue operazioni finanziarie che il posto rimase vacante dal 1993 fino al 2006, l’anno in cui il card. Angelo Sodano, prima di lasciare la guida della Segreteria di stato vaticana, nominò prelato il suo segretario particolare, mons. Piero Pioppo. La nomina di Pioppo non fece dormire sonni tranquilli al successore di Sodano, il card. Tarcisio Bertone. Tanto che, si dice, più volte Bertone ha provato a rimuovere Pioppo, seppure senza successo. Ma Pioppo è riuscito a lavorare bene, e col passare dei mesi si è guadagnato la stima dell’attuale dirigenza dello Ior e anche del numero uno della Segreteria di stato. Certo, la sua presenza all’interno della banca vaticana è sempre stata vista come un’eccezione voluta da Sodano. Però se la nomina di Mistò verrà confermata significa che l’eccezione è tornata a essere regola: anche con Bertone lo Ior ha il suo prelato, in questo caso un uomo della Curia milanese, amico di Tettamanzi e di Nicora, chiamato in soccorso di Roma. L’impressione è che all’interno delle finanze vaticane si sia deciso di giocare di sponda tra più mondi. Alla buona conduzione di Gotti Tedeschi si vogliono oggi affiancare le competenze milanesi delle quali garante resta Nicora, oggi l’unico porporato del Vaticano che può vantare una grande conoscenza delle problematiche finanziarie della Chiesa. A Nicora ha deciso di appoggiarsi Bertone. A Nicora ha deciso di dare totale fiducia il Papa che spera in questo modo di raggiungere l’obiettivo, non facile, dell’iscrizione della Santa Sede nella “White List”, cioè la lista degli stati più impegnati nel prevenire e contrastare i citati crimini finanziari.

Paolo Rodari, Il Foglio