lunedì 21 febbraio 2011

Appello di sacerdoti, seminaristi e fedeli al Papa: nessuna restrizione al Motu Proprio 'Summrorum Pontificum', frustrerebbero la rinconciliazione

Preoccupati dai "segnali apparenti di un'imminente Istruzione che restringerebbe in qualche modo le previsioni contenute nel Motu Proprio 'Summorum Pontificum', e limiterebbe il suo vasto campo di applicazione", numerosi sacerdoti, seminaristi e fedeli di tutto il mondo hanno indirizzato un appello a Benedetto XVI, chiedendogli che non siano approvate le "misure restrittive" delle quali si parla in molti blog, e che, limitando la possibilità concessa dal Papa nel 2007 di celebrare in latino secondo il vecchio rito se ciò viene richiesto da un gruppo stabile di fedeli, "causerebbero scandalo, discordia e sofferenze nella Chiesa e frustrerebbero la riconciliazione che Sua Santità così ardentemente desidera; inoltre impedirebbero la prosecuzione del rinnovamento liturgico e dello sviluppo nella continuità con la Tradizione, frutti già notevoli del suo Pontificato". Il Motu Proprio prevedeva una verifica sulla sua applicazione e la bozza di Istruzione che sarebbe stata preparata deve ancora essere sottoposta al Papa. Ma i timori ingenerati dalle indiscrezioni che circolano su internet non lasciano tranquilli quanti continuano a sentirsi legati al vecchio rito. "Notiamo con tristezza - scrivono nell'appello - l'opposizione continua e reale all'attuazione del 'Summorum Pontificum' in molte diocesi e da parte di molti membri della gerarchia, la sofferenza e il disagio che questo continua a causare a molti fedeli di Cristo e l'ostacolo che questa opposizione rappresenta ad un'effettiva riconciliazione all'interno della Chiesa. Ci rivolgiamo alla Santità Vostra con filiale fiducia e, come obbedienti figlie e figli, impetriamo che Ella, Beatissimo Padre, voglia considerare con sollecitudine le nostre preoccupazioni e intervenire laddove giudichi opportuno. Manifestiamo - conclude il testo - la nostra speranza, il nostro desiderio e il nostro appello urgente affinchè i positivi effetti che la Santità Vostra ha già ottenuti attraverso il motu proprio non possano essere ostacolati da tali limitazioni". In particolare, l'Istruzione, che dovrebbe portare la data del 22 febbraio, festa della Cattedra di San Pietro, ma sarà pubblicata solo in marzo, escluderebbe dall'obbligo di concedere la Messa tradizionale le diocesi di Milano e Lugano, in quanto seguono il rito ambrosiano e non quello latino, e riserverebbe alla Santa Sede la possibilità di concedere l'uso del vecchio rito per le ordinazioni sacerdotali, sciogliendo così in modo negativo uno dei quesiti suscitati dal Motu Proprio che non citava le ordinazioni tra le celebrazioni che possono essere concesse. Il blog Messainlatino.it riporta in proposito una lettera di alcuni seminaristi dell'arcidiocesi di Milano che esprimono la loro amarezza per entrambe queste ipotizzate limitazioni.

Agi