sabato 12 febbraio 2011

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. La doppia vita della sacca del pellegrino: tutto quello che i giovani italiani ci troveranno dentro

Non dire GMG se non l’hai nel sacco! Sì, perché lo zaino è diventato uno dei simboli dei grandi raduni giovanili. Per il significato che ha nell’immediato, quale contenitore di oggetti utili nei giorni dell’incontro, per quello che assume una volta tornati a casa, in quanto "souvenir" che fa rivivere ricordi ed emozioni. Per il senso metaforico che ogni giovane gli dà, riempiendolo di attese, speranze, dubbi e domande. Senza tralasciare che quella è la "borsa del pellegrino", perché la Giornata Mondiale della Gioventù è prima di tutto un pellegrinaggio, un viaggio missionario. Anche quest’anno i ragazzi italiani saranno riconoscibili per la loro sacca, una "shopper" di cotone tricolore. "Abbiamo scelto un modello semplice con l’idea che possa essere riutilizzato, soprattutto ora che le buste di plastica per la spesa sono state messe al bando", spiega don Nicolò Anselmi, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile. Del resto, l’educazione alla salvaguardia del Creato passa per piccoli gesti come questo o come quello di recuperare il telo di plastica riciclata che servirà per adagiarvi il sacco a pelo la notte del 20 agosto, quando i giovani dormiranno all’aperto prima di celebrare la Messa conclusiva con il Papa a Cuatro Vientos. "L’invito è a non abbandonarlo sulla spianata, ma a portarlo con sé, ripulirlo e usarlo di nuovo", dice don Anselmi. Se come è tradizione, nella borsa del pellegrino ci sarà la bandiera italiana, la novità consiste in un pezzo di stoffa (120 x 140) dato in dotazione con l’obiettivo di stimolare la creatività e l’abilità dei ragazzi. Largo alla fantasia, dunque, e un semplice drappo potrà diventare una bandana, una camicia o un pantalone. "Da una parte vogliamo che ciascuno usi le proprie mani e dall’altra pensiamo che si possano coinvolgere mamme, zie e nonne nel confezionamento di qualcosa di originale", sottolinea il responsabile della Pastorale giovanile nazionale secondo il quale è possibile trascinare "in questa avventura anche tante signore della parrocchia che sanno cucire e che spesso si danno da fare per le missioni". "Poiché stavolta i missionari sono i ragazzi – aggiunge – sarebbe bello aiutarli a trasformare un pezzo di stoffa in un oggetto da portare a Madrid". E missionario sarà il rosario che gli iscritti alla GMG di Madrid troveranno nella sacca: una coroncina a cinque colori che richiama i cinque continenti e il culto della Madonna che caratterizza ogni Giornata Mondiale. "La Spagna ha una forte devozione mariana tanto che la patrona della nazione è proprio la Vergine", ricorda don Anselmi osservando che "sarebbe bello che i ragazzi italiani portassero lì la loro devozione a Maria". Nella borsa non mancheranno né la penna né il vademecum con informazioni e curiosità. E nemmeno il cappello, ormai un cult, che da Colonia (quello di Madrid avrà però la falda più larga e all’interno avrà stampato lo stesso motivo del pezzo di stoffa) contraddistingue il gruppo proveniente dalla Penisola: un segno della continuità con le altre GMG e un modo colorato per esprimere la comunione ecclesiale. "Non ci sarà invece la radiolina utile per le traduzioni", annuncia, che invita a portarla da casa. Semplicità, missionarietà e sensibilità ecologica sono dunque le caratteristiche della "shopper" confezionata con materiali di qualità prodotti in Cina e India da aziende che seguono criteri etici. "L’assemblaggio delle borse avverrà presso la struttura carceraria di Verona. Dal 2005, anno della GMG di Colonia, infatti, abbiamo promosso e avviato un progetto di riabilitazione e lavoro per i detenuti", spiega Vito Zorzi, referente della ditta Airone per i rapporti con il Servizio nazionale di Pastorale giovanile. Perché la "borsa del pellegrino" è anche solidale.

Avvenire