mercoledì 2 febbraio 2011

Il Papa: sentire realmente la sete di Dio nella profondità del cuore, l'amicizia necessaria che dobbiamo cercare, giorno per giorno, di nuovo

Benedetto XVI, all’Udienza generale questa mattina nell'Aula Paolo VI, ha dedicato la catechesi a Santa Teresa di Gesù, definita “uno dei vertici della spiritualità cristiana di tutti i tempi”. La catechesi di oggi, ha spiegato il Pontefice, è la prima di una breve serie che completa la presentazione dei Dottori della Chiesa, su cui Benedetto XVI si era già soffermato in precedenza. Teresa, ha ricordato il Papa, nacque in Spagna, ad Ávila nel 1515 da, come ella stessa racconta nella sua autobiografia, “genitori virtuosi,, timorati di Dio”. Aveva nove fratelli e tre sorelle. A meno di 9 anni, la lettura delle vite dei martiri la coinvolge tanto da fare una breve fuga da casa per morire martire e salire al Cielo: “voglio vedere Dio” dice ai genitori. Alcuni anni dopo dirà che nelle letture dell’infanzia ha trovato due verità: “tutto quello che appartiene al mondo di qua passa e solo Dio è per sempre, sempre, sempre”. La frequentazione di libri spirituali, soprattutto di spiritualità francescana, “le insegnano il raccoglimento e la preghiera”. All’età di 20 anni, entra nel monastero carmelitano dell'Incarnazione, ad Avila. Tre anni dopo, si ammala gravemente, tanto da restare per quattro giorni in coma. “Anche nella lotta contro le proprie malattie la Santa vede il combattimento contro le debolezze e le resistenze alla chiamata di Dio”. Nel 1543 “perde la vicinanza dei famigliari”: il padre muore e tutti i suoi fratelli emigrano uno dopo l'altro in America. Nella Quaresima del 1554, a 39 anni, Teresa giunge al culmine della lotta contro le proprie debolezze. La scoperta fortuita della statua di “un Cristo molto piagato” segna profondamente la sua vita. “Parallelamente alla maturazione della propria interiorità”, Teresa comincia a sviluppare concretamente l'ideale di riforma dell'Ordine carmelitano: nel 1562 fonda ad Avila, con il sostegno del vescovo, il primo Carmelo riformato. Ricevuta l'approvazione del superiore generale, ne fonderà in totale 17. Fondamentale è l'incontro con san Giovanni della Croce, col quale, nel 1568, costituisce a Duruelo, vicino ad Avila, il primo convento di Carmelitani scalzi. Nel 1580 ottiene da Roma l'erezione in provincia autonoma per i suoi Carmeli riformati, punto di partenza dell'Ordine religioso dei Carmelitani scalzi. Teresa termina la sua vita terrena proprio mentre è impegnata nell'attività di fondazione. Nel 1582, infatti, dopo aver costituto il Carmelo di Burgos e mentre sta compiendo il viaggio di ritorno verso Avila, muore la notte del 15 ottobre ad Alba de Tormes, ripetendo umilmente due espressioni: “Alla fine, muoio da figlia della Chiesa” e “E' ormai ora, mio Sposo, che ci vediamo”. “Un’esistenza consumata all'interno della Spagna, ma spesa per la Chiesa intera”. Beatificata dal Papa Paolo V nel 1614 e canonizzata nel 1622 da Gregorio XV, è proclamata “Dottore della chiesa” da Paolo VI nel 1970. “Teresa di Gesù non aveva una formazione accademica, ma ha sempre fatto tesoro degli insegnamenti di teologi, letterati e maestri spirituali. Come scrittrice, si è sempre attenuta a ciò che personalmente aveva vissuto o aveva visto nell’esperienza di altri, cioè a partire dall'esperienza”. Il Papa ha definito la sua autobiografia, il “Libro della vita”, “una lettura che affascina, perché la Santa non solo racconta, ma mostra di rivivere l’esperienza profonda del suo rapporto con Dio”. Nel 1566, Teresa scrive il “Cammino di Perfezione”, in cui propone alle novizie “un intenso programma di vita contemplativa al servizio della Chiesa, alla cui base vi sono le virtù evangeliche e la preghiera”. Ma l’opera mistica più famosa di santa Teresa è il “Castello interiore”, scritto nel 1577: “una rilettura del proprio cammino di vita spirituale e una codificazione del possibile svolgimento della vita cristiana verso la sua pienezza, la santità”. Santa Teresa d’Avila “propone le virtù evangeliche come base di tutta la vita cristiana e umana”. Tra di esse, “il distacco dai beni o povertà evangelica; l'amore gli uni per gli altri come elemento essenziale della vita comunitaria e sociale; l'umiltà come amore alla verità; la determinazione come frutto dell'audacia cristiana; la speranza teologale, che descrive come sete di acqua viva. Senza dimenticare le virtù umane: af­fabilità, veracità, modestia, cortesia, allegria, cultura”. In secondo luogo, per il Papa, Santa Teresa “propone una profonda sintonia con i grandi personaggi biblici e l'ascolto vivo della Parola di Dio”, e “sottolinea quanto è essenziale la preghiera”, che per lei “è vita e si sviluppa gradualmente di pari passo con la crescita della vita cristiana: comincia con la preghiera vocale, passa per l'interiorizzazione attraverso la meditazione e il raccoglimento, fino a giungere all'unione d'amore con Cristo e con la Santissima Trinità”. Un altro tema caro a Santa Teresa d’Avila è, per il Papa, “la centralità dell'umanità di Cristo”: per lei, infatti, “la vita cristiana è relazione personale con Gesù”. “Santa Teresa vive un amore incondizionato alla Chiesa: ella manifesta un vivo ‘sensus Ecclesiae’ di fronte agli episodi di divisione e conflitto nella Chiesa del suo tempo. Riforma l'Ordine carmelitano con l'intenzione di meglio servire e difendere la ‘Santa Chiesa Cattolica Romana’, ed è disposta a dare la vita per essa”. Un ultimo “aspetto essenziale” della dottrina teresiana è la perfezione, come “aspirazione” e “meta finale di tutta la vita cristiana”. Alla fine del percorso del “Castello interiore”, nell'ultima “stanza” Teresa descrive la “pienezza” come “unione a Cristo attraverso il mistero della sua umanità. “Vera maestra per i fedeli di ogni tempo”, “nella nostra società, spesso carente di valori spirituali – ha detto Benedetto XVI - Santa Teresa ci insegna ad essere testimoni instancabili di Dio”. “Ci insegna a sentire realmente la sete di Dio che esiste nella profondità del nostro cuore, questo desiderio di vedere Dio, di cercare Dio, di essere in colloquio con Lui e di essere suoi amici. Questa è l'amicizia che è necessaria per noi tutti e che dobbiamo cercare, giorno per giorno, di nuovo". “L’esempio di questa Santa, profondamente contemplativa ed efficacemente operosa, spinga anche noi a dedicare ogni giorno il giusto tempo alla preghiera...il tempo della preghiera non è tempo perso, ma un tempo in cui si apre la strada per la vita, per imparare da Dio un amore ardente a lui e alla sua Chiesa e una carità concreta per i nostri fratelli”.

Radio Vaticana, AsiaNews, SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa