La teologia della liberazione ''non è solo utile ma anche necessaria'' e ha permesso alla Chiesa di scoprire ''l'opzione preferenziale per i poveri'', che è una ''opzione evangelica''. A dirlo, in una intervista 'programmatica' a L'Osservatore Romano, è mons. Joao Braz de Aviz (foto), chiamato poche settimane fa da Papa Benedetto XVI a guidare la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. ''L'opzione preferenziale per i poveri - dice il 'neo-ministro' vaticano rispondendo a una domanda del giornale vaticano sulla teologia della liberazione - è un'opzione evangelica dalla quale dipenderà, prima di tutto, la nostra stessa salvezza. La sua scoperta e la sua costruzione da parte della teologia della liberazione hanno significato uno sguardo sincero e responsabile della Chiesa al vasto fenomeno dell'esclusione sociale''. Mons. Braz de Aviz sottolinea che ''Giovanni Paolo II ha affermato all'epoca - attraverso la lettera inviata alla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile e consegnata dal card. Gantin - che la teologia della liberazione non è solo utile ma anche necessaria. A quel tempo le due istruzioni inviate da Roma sul tema correggevano questioni legate all'uso del metodo marxista nell'interpretazione della realtà. Penso che ancora non sia stato sufficientemente completato il lavoro teologico per svincolare l'opzione per i poveri dalla sua dipendenza da una teologia della liberazione ideologica, come ha ammonito ultimamente Benedetto XVI. Uno dei cammini più promettenti penso che consista nell'applicare all'interpretazione della realtà l'antologia e l'antropologia trinitarie''. Il presule aggiunge anche un ricordo personale: ''Personalmente ho vissuto gli anni della nascita della teologia della liberazione con molta angoscia. Ero a Roma per studiare teologia. Per poco non ho abbandonato la vocazione sacerdotale e persino la Chiesa. A salvarmi è stato l'impegno sincero con la spiritualità dell'unità nel movimento dei Focolari. I religiosi e le religiose, con la radicalità della loro vocazione evangelica, potranno collaborare molto a questo nuovo percorso''.