Andrea Tornielli, Sacri Palazzi
martedì 1 febbraio 2011
Vergognoso intervento della direttrice di 'Catholic.net' contro le provate accuse a Maciel: se il Papa ha detto la verità Gesù è stato un bugiardo
A fare notizia in queste ore, più ancora dell’annuncio dell’istituzione della "Commissione per l’avvicinamento" nei confronti delle vittime di Maciel che hanno chiesto risarcimenti e compensazioni alla Legione di Cristo, sono le parole di Lucrezia Rego de Planas, che su Catholic.net, uno dei più importanti portali web cattolici in lingua spagnola, da lei diretto, scrive un commento dedicato a Maciel mettendo in dubbio la fondatezza delle accuse verso di lui. Rego de Planas, che è membro del “Regnum Christi”, sostiene che qualcosa non torna nella vicenda degli abusi, perché lo stesso Benedetto XVI, nel libro-intervista "Luce del mondo", afferma di considerare “enigmatica” la figura del fondatore dei Legionari. La direttrice di Catholic.net ricorda come Joseph Ratzinger, venuto a conoscenza “nell’anno 2000″ della gravissime accuse contro Maciel, abbia sempre riconosciuto la bontà del carisma della congregazione e il bene che ha fatto. Dunque, si chiede Lucrezia Rego de Planas, come si può conciliare tutto questo con la frase di Gesù che invita a riconoscere la bontà dell’albero dai suoi frutti? “Il nostro amatissimo e molto ammirato Benedetto XVI – scrive – intelligente e saggio come poche persone al mondo, si trova di fronte a due pezzi di un rompicapo che non riesce a far combaciare. Un albero corrotto che dà buoni frutti? Questo contraddice ciò che la sua ragione gli detta e contraddice gli insegnamento di Gesù”. Il Papa, continua la direttrice di Catholic.net, “si trova di fronte a un enigma che non ha potuto risolvere e noi siamo con lui portando questo terribile interrogativo che mette in discussione ciò che c’è di più intimo nella nostra fede, dato che ci sono solo due possibilità: o Gesù Cristo è stato un bugiardo, oppure, per forza ci deve essere qualcosa che non si è ancora scoperto in quelle ‘testimonianze inoppugnabili’ che hanno mostrato al Papa”. In precedenti interviste la direttrice aveva molto ridimensionato lo scandalo, finendo per comprendere l’atteggiamento di Maciel (riguardo alla figlia, sarebbe stato “sedotto” dalla donna che poi ha messo incinta) come pure per giustificare le coperture di cui il fondatore godette. Siamo davvero sicuri che ci siano “solo due possibilità”? E cioè che o Gesù ha sbagliato, oppure se i frutti sono buoni anche Maciel doveva essere buono? Bisogna riconoscere che il problema esiste, anche se la direttrice non lo pone bene, perché non tiene conto del fatto che la gravissima immoralità di Maciel non è in dubbio, è un fatto conclamato e comprovato. Il fatto che il frutto fosse bacato non è, dunque, in discussione, checché se ne possa dire. Come si concilia allora questo con i “buoni frutti”? Ecco il problema. Ovvio che i gravi peccati del fondatore non ricadono sui Legionari, ma non è peregrino chiedersi come si possano considerare buoni i frutti e bacato l’albero. Quello che è certo, ripeto, è che non si può mettere in dubbio il marciume dell’albero, come invece fa Lucrezia Rego de Planas. E allora? Allora il problema è interrogarsi su quale sia il carisma specifico della Legione in rapporto con il suo fondatore. Su quali siano i “buoni frutti” e se questi presentino una specificità particolare che distingue la Legione. Ciò che va ricordata è la decisione di risolvere il problema da parte del card. Ratzinger prima, e di Benedetto XVI poi, nonostante la generale e diffusa incredulità sulle immoralità di un fondatore che i suoi consideravano santo.