Proprio l’obbedienza di Gesù e Maria, sottolinea il Pontefice, sono un modello da seguire per i consacrati, chiamati a servire Dio e far risplendere la sua luce nella Chiesa e nel mondo: "Come, infatti, la vita di Gesù, nella sua obbedienza e dedizione al Padre, è parabola vivente del 'Dio con noi', così la concreta dedizione delle persone consacrate a Dio e ai fratelli diventa segno eloquente della presenza del Regno di Dio per il mondo di oggi...la vostra completa consegna nelle mani di Cristo e della Chiesa è un annuncio forte e chiaro della presenza di Dio in un linguaggio comprensibile ai nostri contemporanei" (Santa Messa nella Festa della Presentazione del Signore, 2 febbraio 2006).
“È questo – soggiunge il Papa – il primo servizio che la vita consacrata rende alla Chiesa e al mondo. All'interno del Popolo di Dio essi sono come sentinelle che scorgono e annunciano la vita nuova già presente nella nostra storia”. Come Cristo, anche la persona consacrata è “segno di contraddizione”. Ma, è il suo incoraggiamento, chi ha risposto senza riserve alla chiamata di Dio non deve scoraggiarsi “dinnanzi alle inevitabili difficoltà della vita e alle molteplici sfide dell’epoca moderna”: “Con il loro esempio proclamano a un mondo spesso disorientato, ma in realtà sempre più alla ricerca d'un senso, che Dio è il Signore dell'esistenza. Scegliendo l’obbedienza, la povertà e la castità per il Regno dei cieli, mostrano che ogni attaccamento ed amore alle cose e alle persone è incapace di saziare definitivamente il cuore; che l’esistenza terrena è un’attesa più o meno lunga dell’incontro ‘faccia a faccia’ con lo Sposo divino, attesa da vivere con cuore sempre vigile per essere pronti a riconoscerlo e ad accoglierlo quando verrà” (Festa della Presentazione del Signore, 2 febbraio 2007).
“La persona consacrata – ribadisce il Papa – per il fatto stesso di esserci, rappresenta come un ponte verso Dio per tutti coloro che la incontrano”. Ecco perché, è l’esortazione del Pontefice, bisogna ringraziare il Signore per questo inestimabile dono: “Se essa non ci fosse, quanto sarebbe più povero il mondo! Al di là delle superficiali valutazioni di funzionalità, la vita consacrata è importante proprio per il suo essere segno di gratuità e d’amore, e ciò tanto più in una società che rischia di essere soffocata nel vortice dell’effimero e dell’utile. La vita consacrata, invece, testimonia la sovrabbondanza d’amore che spinge a perdere la propria vita, come risposta alla sovrabbondanza di amore del Signore, che per primo ha perduto la sua vita per noi” (Celebrazione dei Vespri, 2 febbraio 2010).
Radio Vaticana