SIR
venerdì 4 marzo 2011
'Gesù di Nazaret - Secondo volume'. Padre Gargano: finalmente riusciremo come cristiani a leggere il Vangelo a partire dall'elezione di Israele
“Si tratta di una bella notizia”. Così padre Innocenzo Gargano, priore del monastero di San Gregorio al Celio, grande esperto di ebraismo nonché ispiratore dei Colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli, commenta in un’intervista all'agenzia SIR alcuni passaggi del libro “Gesù di Nazaret - Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione” di Papa Benedetto XVI, relativi al ruolo degli ebrei nella morte di Gesù. “Dal punto di vista della ricerca – osserva padre Gargano -, la problematicità è ormai un dato acquisito. Il fatto che però anche il Papa metta davanti al mondo la problematicità di questo processo è molto importante. Che poi il Papa condivida determinate soluzioni è altrettanto importante. Mi chiederei piuttosto se l’opinione pubblica sia stata davvero raggiunta da queste conclusioni degli addetti ai lavori. Questo purtroppo rimane un interrogativo aperto. E questo mi fa dire che è estremamente positivo che il Papa abbia assunto le tesi dei grandi ricercatori su questo problema e abbia aperto ad una interpretazione che si spera, diventi anche mentalità comune”. Padre Gargano si sofferma ovviamente sui passaggi del testo relativi all’identità storica degli accusatori di Gesù e alla famosa auto-invettiva “il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”. “Su questa auto-maledizione – commenta Gargano - purtroppo si è costruita tutta la persecuzione degli ebrei” per cui “aver rovesciato tutto, aver trasformato quell’affermazione da invettiva a profezia, è molto importante. Se passa questo messaggio e passa con l’autorevolezza di un Papa che si chiama Joseph Ratzinger e diventa opinione pubblica, finalmente riusciremo come cristiani a leggere il Vangelo a partire dalla elezione di Israele e non più dalla sua sostituzione”. Sui risvolti che il testo può avere nella comunità ebraica, Gargano risponde: “Il testo del Papa si rivolge soprattutto al mondo cristiano. E non dobbiamo dimenticare che se i cattolici dopo il Concilio Vaticano II, e il mondo protestante dal XIX al XX secolo, hanno fatto questo tipo di itinerario, non altrettanto lo hanno fatto le altre chiese cristiane. Non è così semplice: l’interpretazione di auto-maledizione si è talmente solidificata all’interno delle tradizioni cristiane che veramente per cambiare questo cuore di pietra in cuore di carne dei cristiani, ci vuole tempo e lavoro di scalpello”.