venerdì 4 marzo 2011

Sinodo dei vescovi 2012. 'Lineamenta': nuova evangelizzazione è osare sentieri nuovi di fronte alle mutate condizioni in cui la Chiesa vive il Vangelo

“La nuova evangelizzazione non è una reduplicazione della prima, non è una semplice ripetizione, ma è il coraggio di osare sentieri nuovi, di fronte alle mutate condizioni dentro le quali la Chiesa è chiamata a vivere oggi l’annuncio del Vangelo”: questa la definizione che ne dà il testo dei “Lineamenta” del Sinodo dei vescovi su “Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, presentato questa mattina in Vaticano. E’ stato lo stesso Papa Benedetto XVI ad annunciare, in occasione della solenne concelebrazione eucaristica di chiusura dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi, questo appuntamento fissato dal 7 al 28 ottobre 2012. In quell’occasione il Papa parlò di un momento di verifica del cammino percorso da parte di tutta la Chiesa, per riprendere con nuovo slancio l’urgente opera di evangelizzazione del mondo contemporaneo. Le linee-guida, redatte dalla Segreteria generale e dal Consiglio ordinario del Sinodo, sono scritte in lingua latina, italiana, inglese, francese, tedesca, spagnola, portoghese e polacca. Suddivisi in tre capitoli, oltre all’introduzione e alla conclusione, i Lineamenta sono inviati ai Sinodi dei vescovi delle Chiese orientali cattoliche sui iuris, alle Conferenze Episcopali, ai dicasteri della Curia romana e all’Unione dei Superiori generali. I Lineamenta contengono anche un questionario dettagliato al quale i partecipanti al prossimo Sinodo dovranno rispondere entro il 1° novembre. Le loro risposte saranno analizzate ed integrate nell’Instrumentum Laboris, ovvero il documento sul quale la XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo vescovi lavorerà in Vaticano. I “Lineamenta” parlano della nuova evangelizzazione come di “un’attitudine, uno stile audace”, quale “capacità da parte del cristianesimo di saper leggere e decifrare i nuovi scenari che in questi ultimi decenni sono venuti creandosi dentro la storia degli uomini”. Il testo dei “Lineamenta” si occupa poi, in maniera approfondita, dei diversi “scenari” con i quali ci si confronta nell’odierno momento storico. Il primo è quello “culturale”, caratterizzato da una “profonda secolarizzazione”, tipica soprattutto del mondo “occidentale”. Non c’è quasi più “la capacità di ascoltare e di comprendere la parola evangelica come un messaggio vivo e vivificante”, si è “sviluppata una mentalità in cui Dio è di fatto assente”, sono diffuse “gravi implicazioni antropologiche che mettono in discussione la stessa esperienza elementare umana, come la relazione uomo-donna, il senso della generazione e della morte”. Il secondo scenario è di tipo “sociale”, segnato soprattutto dal fenomeno migratorio e dalla “globalizzazione”. In questo caso, “la nuova evangelizzazione ..non è più un movimento nord-sud o ovest-est”. “Svincolarsi dai confini – si afferma nei “Lineamenta” - vuol dire avere le energie per porre la questione di Dio in tutti quei processi di incontro, mescolamento, ricostruzione dei tessuti sociali che sono in atto in ognuno dei nostri contesti locali”. Il terzo “scenario” è rappresentato dai “mezzi di comunicazione sociale che oggi offrono enormi possibilità e rappresentano una delle grandi sfide per la Chiesa”, è scritto nei “Lineamenta”. “Non c’è luogo al mondo che oggi non possa essere raggiunto”, ma al contempo la cultura che viene diffusa è spesso “egocentrica”, con esaltazione “della dimensione emotiva nella strutturazione delle relazioni e dei legami sociali”. L’esito è “una progressiva alienazione della dimensione etica e politica della vita” con il propagarsi della “cultura dell’effimero, dell’immediato, dell’apparenza”. Il quarto “scenario” è quello economico, dove sono perduranti gli “squilibri tra Nord e Sud del mondo”, “nell’accesso e nella distribuzione delle risorse, come anche nel danno al creato”. Quinto scenario è quello della ricerca scientifica e tecnologica, che “corrono il rischio di diventare i nuovi idoli del presente”, non solo per le applicazioni concrete dai molteplici risvolti etici, ma anche perché “finalizzano in modo terapeutico le pratiche religiose che gli uomini sono disposti a vivere, strutturandosi come religioni della prosperità e della gratificazione istantanea”. L’ultimo “scenario” è quello politico, nel quale, dopo la “fine della divisione del mondo occidentale in due blocchi”, con l’emergere del mondo asiatico ed islamico, si è ora profilata una “situazione inedita e totalmente sconosciuta, ricca di potenzialità, ma anche piena di rischi e di nuove tentazioni di dominio e di potere”. La pace, lo sviluppo, il dialogo, la tutela dei diritti dell’uomo, la salvaguardia del creato, quindi, sono tutti temi da illuminare con la luce del Vangelo. Cosa possono fare dunque i cristiani? Portare speranza e fare autocritica, dicono i Lineamenta, essere uniti nel trasmettere la Parola di Dio, accettando la sfida di confrontarsi anche con l’ateismo più aggressivo o la secolarizzazione estrema. Perché questo è il martirio dell’età contemporanea. Gli “strumenti” di tali operazioni sono i giovani, i movimenti ecclesiali, la vita consacrata, il dialogo interreligioso e l’incontro con le Chiese orientali che, alle persecuzioni e all’intolleranza, rispondono con tenacia e speranza, diventando così un punto di riferimento. Naturalmente, bisogna innanzitutto vivere il Vangelo per poi trasmetterlo, poiché non si può diffondere ciò che non si crede e non si vive. La liturgia, la catechesi ed il catecumenato diventano quindi modelli paradigmatici di tale missione. I Lineamenta non nascondono i punti critici del cristianesimo moderno: la scarsità dei presbiteri, la mancanza di condivisione, la solitudine dei catechisti, ma anche le infedeltà, gli scandali, le colpe delle comunità cristiane. Pagine che vanno denunciate con coraggio, si legge nel documento, praticando la penitenza e la purificazione per generare frutti adatti ai nostri tempi, ovvero famiglie aperte alla vita, comunità capaci di dialogo ecumenico ed interreligioso, iniziative di giustizia sociale e solidarietà, nuove vocazioni. Nell’ambito dell’iniziazione al cristianesimo, le linee-guida del prossimo Sinodo generale ribadiscono l’importanza di non delegare ai corsi di religione scolastici il compito proprio della Chiesa di generare i giovani alla fede, soprattutto oggi, in cui si riscontra “un’emergenza educativa”. Il relativismo, divenuto il nuovo “credo”, toglie valore alla verità, la bolla come “autoritaria”, riduce l’educazione alla trasmissione di mere abilità pratiche. Ma i cristiani non dimentichino che educare vuol dire formare integralmente l’uomo, trasmettergli valori-base dell’esistenza e del retto comportamento, lavorare ad una “ecologia della persona umana”. Tutto questo permette di vivere gli spazi culturali come “cortili dei gentili” in cui formare persone libere e adulte, capaci di portare la questione di Dio nella vita, nella famiglia nel lavoro. Naturalmente, ciò richiede famiglie, educatori ed evangelizzatori credibili in questo testimoni in prima persona del Vangelo, perché la nuova evangelizzazione non si pone come un peso in più da portare, ma come un “farmaco capace di ridare gioia a realtà prigioniere delle proprie paure”. I cristiani non possono tenere solo per sé le parole di vita eterna di Cristo, perché esse sono di tutti gli uomini. “Ogni uomo del nostro tempo, lo sappia o no - concludono i Lineamenta - ha bisogno di questo annuncio”.

SIR, Radio Vaticana