martedì 29 marzo 2011

Il card. De Paolis: sono i Legionari di Cristo che si devono salvare con la nostra presenza, se loro non cambiano, noi non possiamo far nulla

Occorre fare attenzione a che la ricerca della verità su eventuali complicità delle quali può aver goduto il fondatore dei Legionari di Cristo padre Marcial Maciel tra i religiosi dell'istituto non diventi "una caccia alle streghe" o "motivo di conflitti interni" e soprattutto che "non si corra il rischio di sacrificare la buona fama di persone innocenti". Lo afferma il card. Velasio De Paolis (nella foto con Benedetto XVI), delegato del Papa per "accompagnare" i Legionari verso il necessario rinnovamento dopo la scoperta dei crimini e delle infedeltà del loro fondatore, spiegando perchè non ha ancora deciso se creare o meno una commissione d'indagine che lo aiuti nella ricerca della verità, alla quale intende comunque arrivare. "Si dice spesso che i superiori della Legione - spiega il porporato in un intervista alla tv messicana Televisa - non potevano non sapere: in qualche modo l'affermazione ha una sua validità ma non si può dire che tutti sapessero. Alcuni certamente hanno saputo, ma questi erano un'esigua minoranza, ed è difficile anche individuarli". E in ogni caso i complici "certamente non erano solo i superiori". De Paolis ammette però che a sei mesi dall'inizio del suo mandato, sembra che nelle Legione non sia cambiato molto perchè i superiori sono rimasti al loro posto. Ma, aggiunge, "non sotto un certo profilo di governo, ma sull'altro profilo è cambiato tutto perchè chi governa non sono più i superiore da soli, ma sono i superiori con cinque consiglieri e questo, penso, sia una garanzia". Personalmente, chiarisce, "non mi sento messo dal Santo Padre per tagliare teste, teoricamente i superiori dovrebbero arrivare al capitolo generale fra due anni e mezzo o tre ma la Santa Sede potrebbe rimuoverli anche domani, non hanno nessun posto acquisito". Ad eleggere i nuovi superiori saranno poi i religiosi, perchè rileva De Paolis a nome dei membri delle commissioni che lo affiancano per volontà del Papa, "noi non ci sostituiamo a loro, non siamo così ingenui da credere che la Legione la salviamo noi, sono i Legionari che si devono salvare con la nostra presenza, se loro non cambiano, noi non possiamo far nulla". Quanto agli organismi già costituiti, spiega, "la Commissione di avvicinamento non è un tribunale, non intende giudicare eventuali misfatti, delitti, questo appartiene ai tribunali, ai tribunali civili, se è di competenza del tribunale Civile o del tribunale Ecclesiastico, se è di sua competenza". "Questa commissione di avvicinamento alle vittime ha - cioè - solo compiti di verifica delle pretese che alcuni avanzano nei confronti della Legione, in rapporto specialmente al comportamento del padre Marcial. Si seguiranno i criteri di giustizia e carità", prevedendo cioè una indennizzazione in base al danno ricevuto dalla persona e anche dalla sua sitiazione economica e da quella della Legione. "Per ciò che riguarda - infine - la commissione economica, per il momento non sono emersi grandissimi problemi, ma solo problemi di una certa rilevanza". Inoltre "con l'esplosione dello scandalo sono venute meno anche certe entrate, sia perchè magari le scuole non hanno potuto più andare in avanti per mancanza di alunni e sia anche perchè la carità, in qualche modo, da parte di qualcuno, è venuta meno".

Agi