martedì 22 marzo 2011

Il card. Piacenza: il celibato dono del Signore che il sacerdote è chiamato liberamente ad accogliere e vivere in pienezza, non un residuo del passato

Con un articolo di prima pagina su L'Osservatore Romano il card. Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il clero, torna a ribadire la validità del celibato sacerdotale. "Residuo preconciliare e mera legge ecclesiastica. Sono queste, in definitiva, le principali e più dannose obiezioni che riaffiorano nel periodico riaccendersi del dibattito sul celibato sacerdotale", ha scritto il porporato. "Eppure, niente di questo ha reale fondamento, sia che si guardi ai documenti del concilio Vaticano II, sia che ci si soffermi sul magistero pontificio. Il celibato è un dono del Signore che il sacerdote è chiamato liberamente ad accogliere e a vivere in pienezza". In particolare, è sbagliato, spiega Piacenza, considerare il celibato "un residuo del passato di cui liberarsi. E una tale posizione, oltre che errata storicamente, teologicamente e dottrinalmente, è anche dannosa sotto il profilo spirituale, pastorale, missionario e vocazionale". "Non dobbiamo allora lasciarci condizionare o intimidire da chi non comprende il celibato e vorrebbe modificare la disciplina ecclesiastica, almeno aprendo delle fessure", ha concluso Piacenza. "Al contrario, dobbiamo recuperare la motivata consapevolezza che il nostro celibato sfida la mentalità del mondo, mettendo in crisi il suo secolarismo e il suo agnosticismo e gridando, nei secoli, che Dio c'è ed è presente". Il prefetto del clero è intervenuto a fine gennaio sul tema con una conferenza ad Ars, in Francia, nella quale ha ripercorso i fondamenti del celibato sacerdotale nella dottrina cattolica da Pio XI a Benedetto XVI. Il testo è stato pubblicato a puntate da L'Osservatore romano.

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