Il Papa: il cristianesimo ha dato un contributo importante alla cultura e alla società indiana e alle sue espressioni spirituali e religiose
L’importanza della formazione alla fede anche nella realtà indiana è stata evidenziata questa mattina da Benedetto XVI che, ricevendo il gruppo dei vescovi della Chiesa Siro-Malankarese in occasione della loro quinquennale visita “ad Limina Apostolorum”, ha rivendicato il contributo che il cristianesimo ha dato allo sviluppo della cultura dell’India. Il Papa ha innanzi tutto sottolineato il valore che ha il pluralismo dei riti, vissuto in unione con la Chiesa universale. “Tutti i vescovi cattolici condividono la cura per i fedeli in Gesù Cristo e sono desiderosi di quella unità che Egli volle per i suoi discepoli, pur preservando le loro legittime diversità”. “Grazie alle sue antiche radici e alla sua insigne storia - ha detto - il cristianesimo ha dato il suo contributo alla cultura e alla società indiana e alle sue espressioni religiose e spirituali. E’ attraverso la determinazione di vivere il Vangelo, ‘potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede’, che coloro che voi servite possono dare un più concreto contributo all’interno corpo di Cristo e alla società indiana, a beneficio di tutti”. Benedetto XVI ha poi sottolineato l’importanza dell’educazione alla fede “attraverso programmi di catechesi” e ha espresso il proprio compiacimento per “la varietà e il numero di programmi” messi in opera dai vescovi. “Insieme con la celebrazione dei sacramenti, questi programmi aiuteranno ad assicurare che coloro che sono nella vostra cura siano sempre capaci di dare conto della grande speranza che hanno in Cristo. La catechesi e lo sviluppo spirituale sono tra le sfide più importanti alle quali i pastori di anime debbono fare fronte e vi incoraggio a proseguire lungo la strada che avete scelto per formare il vostro popolo a una più profonda conoscenza e amore per la fede”. Un’ultima notazione Benedetto XVI l’ha avuta per le piccole comunità. “Mi rendo conto - ha detto - delle sfide che devono affrontare molte delle vostre parrocchie” specialmente quelle dove non è sempre presente un sacerdote. E tuttavia, ha soggiunto, tenendo a mente la realtà sociale in cui i cristiani si trovano nel più ampio contesto culturale, le piccole parrocchie presentano anche le loro opportunità per un’autentica edificazione fraterna. Del resto, “le piccole comunità cristiane hanno spesso offerto delle testimonianze straordinarie nella vita della Chiesa”.