Tommaso Caldarelli, Giornalettismo
lunedì 4 aprile 2011
Benedetto XVI accetta le dimissioni del vescovo australiano Malone, aveva riammesso al servizio sacerdotale un prete sospettato di pedofilia
Si scrive “accettazione delle dimissioni”, si intende che il Vaticano ha preteso che Michael John Malone, arcivescovo di una piccola diocesi australiana, cedesse il passo. E questo perchè aveva riammesso al servizio sacerdotale un presbitero che era stato accusato di pedofilia prima che un processo canonico “approfondito” lo giudicasse innocente. Ma l’uomo non ha mai affrontato la giustizia civile, e in un epoca in cui la Santa Sede ha tutta l’intenzione di dimostrarsi pronta nell’affrontare gli ultimi postumi dello scandalo pedofilia nel clero, anche a chi ha tenuto un comportamento solo al limite della criticabilità viene indicata la porta d’uscita. Così il vescovo di Maitland Newcastle cede il posto a William Wright. La motivazione, come abbiamo detto, è la sua scelta pastorale: riammettere alla gestione dei sacramenti un presule che era finito sotto inquisizione ecclesiastica. E può davvero essere dunque che il prelato abbia chiesto autonomamente al Papa di venir riassegnato ad altre incombenze, visto che molto intenso era stato il suo impegno nelle ultime settimane per ritagliarsi una nuova veste che non fosse quella del difensore dei pedofili. Anche attraverso una Messa per le vittime. Il comunicato ufficiale della diocesi, che riporta le parole del vescovo uscente, parla di necessità di un rinnovato impegno nei ranghi della gerarchia. Malone tornerà a fare il parroco: lascia il suo posto con dolore, ma, un po’ per pressioni da Roma, o comunque per la consapevolezza della nuova aria che tira; un po’ per scelta personale, la decisione era obbligata. “Anche se la nostra diocesi - si legge - ha raggiunto molti obiettivi negli anni recenti, il profilo della Chiesa ha sofferto e la nostra missione è stata compromessa per colpa degli eventi che abbiamo affrontato. Dopo molto driflettere, credo che sia tempo per un nuovo leader che abbia energie fresche e una visione che possa portare la diocesi ad un nuovo stato di rinnovamento. La profodna fede di così tante persone, l’immensa generosità di chi serve la Chiesa con capacità professionali e volontarie, le iniziative prese dai singoli e dai gruppi per affrontare aree di vera necessità, la determinazione per elevarsi sopra lo scandalo e la vergogna – tutto ciò promette supporto e incoraggiamento al mio successore. E’ strano affrontare la pensione. Parte di me sente grande sollievo, ma un’altra parte sentirà la mancanza di così tante parti dell’essere un vescovo”.