sabato 21 maggio 2011

'Cosa si vede da lassù?': storico e straordinario dialogo del Papa su pace, ambiente e Dio con gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale

Siamo al centro di un’operazione scientifico-tecnologica, ma a prevalere è l’emozione fin dai primi istanti. Parole dalla Stazione spaziale e parole dalla Sala Foconi, in Vaticano, dove il Papa è seduto davanti alla tv, stabiliscono lo straordinario contatto. Il russo capo della Missione, Dimitri Kontradieff, che dice: “Benvenuto a bordo Sua Santità”. Il Papa ascolta informazioni sulla posizione della Stazione in cui sono, su movimenti e finalità della missione. “Cari astronauti, sono molto felice di avere questa opportunità. Sono onorato di poter parlare a tanti di voi. L’umanità sta attraversando un periodo di grande progresso scientifico, di applicazione tecnologiche, e voi siete i rappresentanti di questa tecnologia, di nuove possibilità nel futuro”. Parole di “apprezzamento e ammirazione” e poi di “sentito incoraggiamento”. E poi parole che indicano la finalità che ogni conoscenza e scienza deve proporsi: “Essere a disposizione di tutta l’umanità e del bene comune”. Ma il Papa che parla nello Spazio e che ribadisce che l’uomo deve essere al centro di tutto, è anche il Papa che candidamente dice: “Vi chiamo perché sono curioso di sapere da voi esperienze e riflessioni”. E’ il Papa che sceglie di non fare solo un discorso, ma di fare domande. ''Dalla Stazione spaziale vedete la nostra Terra da una prospettiva molto diversa - ha affermato Benedetto XVI - sorvolate continenti e popoli diversi molte volte al giorno. Credo che per voi sia evidente che viviamo tutti insieme su una sola Terra e che è assurdo combattersi e uccidersi fra di noi''. E, a questo proposito, la prima notazione personale: ricorda che la moglie di uno degli astronauti, lo statunitense Mark Kelly, è stata vittima di un attacco e spera che le sue condizioni migliorino. L’astronauta stesso risponde: “Non vediamo confini da qui, ma sappiamo che ci sono le guerre in Medio Oriente e le difficoltà in Nord Africa. Molte delle guerre sono per l’energia e noi qui viviamo una situazione, invece, in cui l’energia non manca. Dobbiamo capire come evitare le guerre”.
Benedetto XVI ha ricordato che ci sono seri rischi per l’ambiente e per la sopravvivenza del Pianeta e delle future generazioni e ha chiesto se, vista dallo spazio, la nostra terra fa più pensare ai possibili danni. Risponde Ron Garan che dice che si vede con evidenza, da laggiù, la bellezza della terra, ma anche la fragilità, per esempio in particolare nell’atmosfera. E dunque si capisce che tutti, ma proprio tutti, dobbiamo collaborare per il bene del Pianeta.
Nella terza domanda il Pontefice ha posto l’accento sull’importanza dell’esperienza che stanno vivendo gli astronauti: "Quando tornerete, sarete guardati con ammirazione come degli eroi e avrete una grande autorità, vi inviteranno a raccontare la vostra esperienza. Quali saranno i messaggi più importanti che pensate di poter indirizzare soprattutto ai giovani, che vivranno in un mondo segnato dalle vostre imprese e scoperte?". Mike Finchke risponde che c’è un universo da esplorare e che da lì è ancora più evidente che si deve farlo insieme, perché insieme si vive il Pianeta che ospita l’umanità. "Possiamo vedere delle bellezze indescrivibili - ha aggiunto - ma anche quanto è fragile tutto ciò, anche l'atmosfera per esempio, è sottile come uno strato di carta. Ci sembra incredibile poter vedere la terra da quassù e siamo tutti insieme. Ci riempie di speranza questa avventura e abbiamo compreso come cooperando possiamo superare tanti ostacoli e tante sfide, perchè la terra è un posto bellissimo". Benedetto XVI ha ricordato l’impegno attuale per “nuove istallazioni e lo studio delle radiazioni che giungono dagli spazi più lontani” e di aver consegnato all’astronauta Roberto Vittori la medaglia d’argento raffigurante la creazione dell’uomo di Michelangelo da portare in questa importante missione. E la medaglia viene mostrata con simpatia, viene fatta aleggiare nella Stazione in assenza di gravità, e c’è un entusiasmo quasi giovanile durante il collegamento! La medaglia sarà riportata a Benedetto XVI. Poi c’è la domanda su Dio, che Benedetto XVI pone in modo estremamente delicato. Nel mezzo del vostro lavoro nello spazio, ha detto, vi fermate a riflettere sul mistero e vi capita di dire una preghiera al Creatore? O è più facile riflettere su tutto ciò una volta tornati sulla terra?
"Il nostro pianeta è bellissimo, è di colore blu: blu come il colore del nostro pianeta, come il colore del cielo ma anche come il colore delle forze italiane che mi hanno dato l'opportunità di venire sullo Spazio". A parlare è l'astronauta italiano Roberto Vittori. "La bellezza è tridimensionale - ha detto Vittori - e cattura la nostra attenzione e il mio cuore e io prego, prego per me, per le nostre famiglie, per il nostro futuro". Poi parla a titolo personale: “Io in questo contesto prego”. Poi un pensiero alla personale esperienza di uno dei due astronauti italiani, Paolo Nespoli, che al suo ritorno non troverà più in vita sua madre:“Caro Paolo, so che nei giorni scorsi la tua mamma ti ha lasciato e quando fra pochi giorni tornerai a casa non la troverai più ad aspettarti. Tutti ti siamo stati vicini, anche io ho pregato per lei...Come hai vissuto questo tempo di dolore? Nella vostra Stazione vi sentite lontani e isolati e soffrite un senso di separazione o vi sentite uniti fra voi, inseriti in una comunità che vi accompagna con attenzione e affetto?”. "Ho sentito le sue preghiere arrivare fino a quassù - ha risposto commosso l'astronauta - è vero che orbitiamo fuori dalla terra e siamo fuori dal mondo. Ma i miei colleghi a bordo mi sono stati vicini in questo momento importante e intenso, così come i miei fratelli, le mie sorelle, l'intera mia famiglia è stata vicina alla mia mamma in questo ultimo periodo di vita. Mi sono sentito lontano, ma anche vicino ed è stato per me di estremo sollievo sentirvi vicini". Benedetto XVI alla fine del collegamento con gli astronauti della Stazione spaziale internazionale, ha ringraziato tutto l'equipaggio. ''Cari astronauti - ha detto il Pontefice - vi ringrazio cordialmente per questa bellissima occasione d'incontro e di dialogo con voi. Avete aiutato me e tante altre persone a riflettere insieme su temi importanti per l'avvenire dell'umanità''. E assicurando pensieri e preghiere a tutti i partecipanti alla missione, ci sentiamo di dire che Benedetto XVI benedice l’umanità e il suo futuro, con parole che oggi arrivano in modo particolarissimo dal cuore del Papa fino ai satelliti in orbita negli spazi infiniti.

Quotidiano Net, Radio Vaticana, TMNews

COLLEGAMENTO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI CON LA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE - il testo integrale del colloquio