martedì 17 maggio 2011

Studio su clima e scioglimento dei ghiacciai commissionato dalla Pontificia Accademia delle Scienze ai maggiori esperti. Sarà presentato al Papa

Papa Benedetto XVI è seriamente preoccupato per il riscaldamento globale, cambiamenti climatici e per le conseguenze che potrebbero ricadere sullo scioglimento dei ghiacciai. Ha, perciò chiesto, attraverso la Pontificia Accademia delle Scienze, uno studio ai più brillanti scienziati per conoscerne lo stato di degrado, dal titolo "Destino dei Ghiacciai di Montagna nell’Antropocene". Il documento verrà presentato prossimamente allo stesso Pontefice. Il gruppo degli studiosi tra cui il Nobel Carlo Rubbia e Nobel Carlo e Sandro Fuzzi, esperto sui processi del clima dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) è stato presieduto dal Nobel Paul Crutzen e da Veerabhadran Ramanathan della Scripps Institution dell’Università della California e da Lennart Bengtsson, ex direttore del Centro europeo per le previsioni meteorologiche. Le conclusioni rimarcano la necessità di non inquinare il Pianeta: "Noi invitiamo tutti i popoli e le nazioni a una nuova consapevolezza degli impatti, seri e potenzialmente irreversibili, del riscaldamento globale causato dall’emissione di gas serra e di altri inquinanti da parte dell’uomo e dai cambiamenti nell’uso del territorio. Invitiamo tutte le nazioni a sviluppare e ad implementare, senza ritardi, politiche efficienti ed eque per ridurre le cause e gli impatti del cambiamento climatico sulle comunità e sugli ecosistemi consapevoli che viviamo tutti in una stessa casa. Agendo subito, nello spirito di una responsabilità comune ma diversificata, accettiamo il nostro dovere verso il prossimo e verso la custodia di un pianeta benedetto dal dono della vita. Siamo tenuti ad assicurare che tutti gli abitanti del pianeta abbiano accesso al loro pane quotidiano, ad aria pulita da respirare ed acqua pulita da bere, essendo noi consapevoli che, se vogliamo giustizia e pace, dobbiamo proteggere l’habitat che ci sostiene".

Ecoblog.it

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