"La coincidenza del Suo giorno giubilare con la solennità liturgica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo evoca nel mio spirito la visione di ampi orizzonti spirituali ed ecclesiali: la santità personale spinta fino al sacrificio supremo, la proiezione missionaria non disgiunta dalla preoccupazione costante per l'unità, la necessaria integrazione tra carisma spirituale e ministero istituzionale (...) In Pietro risalta il principio di unità, fondato sulla fede salda come roccia del Principe degli Apostoli; in Paolo l'esigenza intrinseca al Vangelo di chiamare ogni uomo ed ogni popolo all'obbedienza della fede (...) Come non scorgere in queste due componenti anche le coordinate fondamentali del cammino che la Provvidenza ha disposto per Lei, Signor Cardinale, chiamandoLa al sacerdozio? E' in quest'ottica di fede che si devono vedere i brillanti studi filosofici e soprattutto teologici da Lei compiuti e la precoce chiamata a ruoli di docenza nelle più importanti Università tedesche. L'intento che sempre L'ha guidata nel Suo impegno di studio e di insegnamento è stato da Lei espresso nel motto scelto in occasione della nomina episcopale: Cooperatores veritatis. Lo scopo al quale, fin dai primi anni del Suo sacerdozio, ha sempre mirato è stato quello di servire la Verità, cercando di conoscerla sempre più a fondo e di farla conoscere sempre più ampiamente".
Lettera di Giovanni Paolo II al card. Joseph Ratzinger, in occasione del 50° di sacerdozio (28 giugno 2001)