Sarà una "Giornata per la carità del Papa" ancora più speciale delle altre, quella che, promossa dalla CEI in collaborazione con l’Obolo di San Pietro e il quotidiano Avvenire, si celebrerà domani in tutte le chiese italiane. Speciale perché vicinissima ormai al 60° di sacerdozio di Benedetto XVI, che ricorre il 29 giugno. E dunque la tradizionale colletta che serve ad alimentare le opere del Pontefice a favore di più poveri assumerà davvero il significato di un "maxi-regalo" collettivo per Papa Ratzinger. In questi giorni, infatti, iniziative a appelli ai fedeli affinché, pur in un momento di crisi, la generosità non venga meno, si stanno moltiplicando un po’ in tutte le diocesi. "Il Papa si fa incontro all’umanità del nostro tempo – sottolinea il segretario generale della CEI, Mariano Crociata – e si fa carico delle sue ferite invisibili o manifeste invitando anche noi a fare altrettanto. Come non seguire Pietro che ci aspetta al suo fianco, operai con lui nella vigna del Signore? Contribuire anche con poco a rendergli possibile il sostegno alle popolazioni colpite da una calamità, la realizzazione di opere sociali e assistenziali nei Paesi più fragili, l’impulso a iniziative di promozione umana, vuol dire partecipare anche noi della sua paternità universale. Anche così, secondo quanto ci invita oggi a fare la Chiesa italiana, possiamo educare alla vita buona del Vangelo". Anche il vicario di Roma, card. Agostino Vallini, ha mandato nei giorni scorsi una lettera ai fedeli della capitale per invitarli a donare. "Con questo appuntamento annuale – si legge nella missiva – ogni Chiesa locale è chiamata a sostenere non solo con la preghiera ma anche con un’offerta le tante iniziative caritative attraverso le quali il Santo Padre viene in soccorso ai fedeli del mondo". "Sono consapevole – prosegue Vallini – della difficile situazione economica che l’Italia, al pari di altre nazioni deve affrontare, ma confido che anche in questa circostanza le nostre comunità siano assai generose, testimoniando il loro peculiare legame con il successore di Pietro". Il collegamento con il 60° di ordinazione sacerdotale del Papa è messo in evidenza da Claudio Stagni, vescovo di Faenza-Modigliana, che raccomanda di accompagnare l’offerta con un’ora di adorazione eucaristica. "In questa colletta molto antica – scrive il presule – i cattolici italiani si sono sempre mostrati generosi. Ma quest’anno abbiamo un motivo in più per fare un gesto corale: il sessantesimo anniversario della ordinazione presbiterale del Papa, avvenuta il 29 giugno 1951. Il ministero di Benedetto XVI si rivela ogni giorno più un vero dono della Provvidenza. Deve essere un dovere e un segno di affetto poter offrire al Pontefice la nostra preghiera e il nostro contributo". Nel 2009, ultimo dato noto, l’Obolo ammontava complessivamente a 82.529.417 dollari Usa, con un significativo incremento rispetto all’anno precedente. Secondo le statistiche vaticane, i maggiori contributi provengono da Stati Uniti, Italia e Francia. Mentre, in rapporto al numero dei cattolici, notevole è anche il contributo di Corea e Giappone. Quanto poi alle singole destinazioni, tra il 2009 e il 2010 una parte dei fondi è andata ad Haiti e al Cile devastati dal terremoto. Ma notevoli contributi hanno ricevuto anche il "Villaggio-città dei ragazzi Nazareth" a Mbare, in Ruanda, che accoglie gli orfani del genocidio e della guerra civile, e quello di Nuyambani, in Kenya, dedicato agli orfani dell’Aids, divenuto un centro pilota anche per altre aree colpite dalla pandemia. Destinataria della carità del Papa anche la Casa di accoglienza "Giovanni Paolo II Opera don Orione" a Montemario, ristrutturata e attrezzata, grazie ai proventi dell’Obolo. Serve per assistere e ospitare i pellegrini disabili che arrivano a Roma. Ma di esempi come questi se ne potrebbero fare tanti. Anche perché davvero, se le offerte arrivano da tutto il mondo, la Carità del Papa, a tutto il mondo ritorna.
Avvenire