C’è un braccio di ferro che ormai da mesi avviene nell’ombra dei sacri palazzi e che riguarda il Governatorato (foto), cioè l’organismo che esercita il potere esecutivo sullo Stato più piccolo del mondo, quello della Città del Vaticano e si occupa di tutti i problemi gestionali. È un braccio di ferro ancora in corso, con esiti imprevedibili, anche se appare segnato il destino di uno dei protagonisti, il settantenne arcivescovo Carlo Maria Viganò, che del Governatorato è segretario dal luglio 2009, e che nelle prossime settimane dovrebbe lasciare il suo incarico. Al momento della nomina, giunta dopo oltre un decennio trascorso alla Segreteria di Stato come delegato per le rappresentanze come responsabile del personale, al prelato lombardo, nato a Varese e incardinato come sacerdote a Pavia, era stato fatto intendere che nel giro di due anni avrebbe sostituito il cardinale presidente uscente, Giovanni Lajolo e avrebbe ricevuto la berretta color porpora. Ma ora, invece del biglietto di nomina cardinalizia al prossimo Concistoro, l’arcivescovo Viganò potrebbe ricevere un biglietto aereo per raggiungere una delle rappresentanze diplomatiche della Santa Sede nel mondo. Che cosa è accaduto in questi due anni? E perché Viganò sarà presto sostituito? La risposta, spiega una fonte autorevole vicina al Papa, "è il clima negativo che si respira nel Governatorato e nei rapporti tra i direttori laici degli uffici e la segreteria generale". Viganò è arrivato al Governatorato con l’intenzione (e il mandato) di far pulizia, metter mano agli sprechi e risanare il bilancio. Già nel 2010 il bilancio dello Stato, da un rosso di sette milioni è passato in attivo, grazie ai risparmi sulle spese oltre che a una congiuntura economica più favorevole e all’aumento del numero di visitatori. Il segretario generale ha introdotto un coordinamento migliore degli strumenti di gestione, creando un ufficio di Programmazione e Controllo di gestione. Ha istituito un ufficio Acquisti beni e servizi, centralizzando tutti gli acquisti e ottenendo maggiori sconti dai fornitori. Ha fatto in modo che nei lavori interni al Vaticano le maestranze impegnate siano coordinate in modo razionale, ha preteso che venissero sempre presentati progetti con preventivi di spesa precisi e che ci fosse sempre un responsabile dei lavori. Col solo risparmio della gestione di dieci mesi sulle spese per i giardini vaticani è stata completamente rifatta la centrale di riscaldamento centralizzato ad acqua con scambiatori che assicura il riscaldamento alla Città del Vaticano. Ma nell’attuare queste riforme, il prelato lombardo avrebbe urtato troppe sensibilità, rendendo sempre più difficili le relazioni tra la segreteria generale del Governatorato e i responsabili degli uffici. A tutto ciò si assommano sospetti, accuse, dossier, lettere, che hanno portato l’arcivescovo Viganò a scontrarsi con un prelato dei Musei Vaticani. La Segreteria di Stato ha costituito un’informale commissione d’inchiesta, ma al di là dei risultati, sembra sia il clima che si è creato a rendere difficile la permanenza del segretario generale al suo posto, nonostante i risultati positivi. E così Benedetto XVI, con l’accordo del cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, avrebbe deciso l’avvicendamento, che sarebbe dovuto avvenire già nei giorni scorsi ma che adesso, salvo sorprese dell’ultima ora, potrebbe essere rimandato a dopo l’estate. Tre sono al momento le possibili destinazioni per l’arcivescovo. La prima è la nunziatura negli Stati Uniti: è ormai certo che l’attuale ambasciatore vaticano, il nunzio Pietro Sambi, arriverà in Vaticano dopo l’estate, probabilmente come nuovo Presidente della Prefettura degli affari economici della Santa Sede, attualmente guidata dal card. Velasio De Paolis, e dunque riceverà la berretta rossa al prossimo concistoro. La sede diplomatica di Washington è importante e prestigiosa, ma non è detto che alla fine sia quella la destinazione di Viganò. Una seconda ipotesi è la nunziatura del Brasile, dato che l’attuale nunzio, il settantenne Lorenzo Baldisseri, potrebbe anch’egli essere richiamato a Roma, come nuovo nunzio in Italia, o nella Curia romana. Una terza ipotesi per Viganò è la nunziatura di Praga, attualmente vacante. Ma non si possono escludere sorprese. Altri cambi previsti sono l’avvicendamento alla presidenza dello stesso Governatorato: il card. Lajolo dovrebbe passare la mano all’attuale nunzio in Italia Giuseppe Bertello, e andare a fare il cardinale patrono dell’Ordine del Santo Sepolcro.
Andrea Tornielli, Vatican Insider