venerdì 5 agosto 2011

Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore. Il Papa: conosce i nostri cuori, sente le nostre preghiere, può aiutarci con la sua bontà materna

Stamani a Roma nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, nel giorno in cui si ricorda la sua Dedicazione, si è svolta la Messa Pontificale. Il Papa, il 26 maggio scorso, vi ha presieduto il Rosario per i 150 anni dell’Unità d’Italia ricordando che si tratta del più antico Santuario d'Occidente dedicato alla Madre di Dio. Durante la celebrazione di questa mattina, presieduta dal cardinale arciprete Bernard Francis Law, al momento del Gloria una pioggia di petali bianchi è caduta dal soffitto cassettonato sull’altare della Confessione: un rito che ricorda la nevicata estiva avvenuta sull’Esquilino, secondo la tradizione, il 5 agosto del 358. La Vergine, apparsa in sogno a Papa Liberio, esortò a costruire in quel luogo una chiesa. Sul tempio liberiano venne poi edificata nel V secolo l’attuale Basilica, per volontà di Papa Sisto III per commemorare le conclusioni del Concilio di Efeso che nel 431 confermò per Maria il titolo di Theotòkos: Maria è davvero Madre di Dio. Ma perché tra tutte le donne, si domanda Benedetto XVI, Dio ha scelto proprio Maria di Nazaret?
“La risposta è nascosta nel mistero insondabile della divina volontà. Tuttavia c’è una ragione che il Vangelo pone in evidenza: la sua umiltà...Sì, Dio è stato attratto dall’umiltà di Maria...ha accolto con fede Gesù e con amore l’ha donato al mondo. Questa è anche la nostra vocazione e la nostra missione, la vocazione e la missione della Chiesa: accogliere Cristo nella nostra vita e donarlo al mondo, ‘perché il mondo si salvi per mezzo di Lui’” (Angelus, 8 dicembre 2006).
Ma Maria stessa, osserva il Papa, si sarà posta questa domanda: perché Gesù ha scelto di nascere nella povertà da una ragazza semplice come lei? La risposta l’ebbe dopo aver deposto nel sepolcro il corpo di Gesù, morto e avvolto in fasce: “Allora comprese appieno il mistero della povertà di Dio. Comprese che Dio si era fatto povero per noi, per arricchirci della sua povertà piena d’amore, per esortarci a frenare l’ingordigia insaziabile che suscita lotte e divisioni, per invitarci a moderare la smania di possedere e ad essere così disponibili alla condivisione e all’accoglienza reciproca” (1° gennaio 2009, Solennità di Maria Santissima Madre di Dio).
“Dio ha voluto essere il Dio con noi – afferma il Papa - e ha una madre, che è la nostra madre”, madre celeste, ma non lontana da noi: “Proprio perché è con Dio e in Dio, è vicinissima ad ognuno di noi. Conosce i nostri cuori, può sentire le nostre preghiere, può aiutarci con la sua bontà materna e ci è data – come è detto dal Signore – proprio come Madre che ci sente sempre, ci è sempre vicina e, essendo Madre del Figlio, partecipa al potere del Figlio” (15 agosto 2005, Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria).
Per questo Maria, Madre di Dio e Madre nostra, è fonte di speranza e di conforto per tutti i suoi figli: “In mezzo alle prove della vita e specialmente alle contraddizioni che l’uomo sperimenta dentro di sé e intorno a sé, Maria, Madre di Cristo, ci dice che la Grazia è più grande del peccato, che la misericordia di Dio è più potente del male e sa trasformarlo in bene...Alla sua intercessione affido le necessità più urgenti della Chiesa e del mondo. Ella ci aiuti soprattutto ad avere fede in Dio, a credere nella sua Parola, a rigettare sempre il male e a scegliere il bene” (Angelus, 8 dicembre 2010).

Radio Vaticana