Sono ripresi questa mattina alla presenza di Benedetto XVI, i lavori del tradizionale seminario estivo del cosiddetto Ratzinger Schülerkreis, il gruppo degli ex allievi di Joseph Ratzinger, riuniti da giovedì scorso nel centro Mariapoli di Castel Gandolfo. L’incontro si è svolto oggi nella Sala della Rocca, del Palazzo pontificio della cittadina laziale. È stata la sofferenza di un’intera generazione a emergere sin dalle prime battute di questo annuale incontro. "La sofferenza della generazione degli anziani - spiega a L’Osservatore Romano il cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn durante una pausa dei lavori - testimoni di un tempo florido per la Chiesa e costretti oggi a vivere lo spopolamento delle parrocchie. Una vera iniezione di rinnovata speranza è venuta, anche per noi, dalla recente Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid. Abbiamo riflettuto su questo evento, soprattutto su quanto questi giovani hanno dimostrato". A colpire di più i 40 studiosi, ex allievi di Papa Ratzinger, è stata soprattutto la sensazione di aver colto in questi ragazzi la consapevolezza di essere addirittura "una minoranza rispetto all’universo giovanile - ha detto il cardinale - immerso oggi in un clima relativista e poco incline alla dimensione spirituale. L’aspetto positivo è che essi hanno però mostrato la tenace volontà di testimoniare la loro fede proprio in questo ambiente, tra i loro coetanei". Definiti ormai "la generazione di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI", essi sono visti come l’espressione della "nuova tappa del cammino della Chiesa. Questo - aggiunge il porporato - è stato sottolineato durante i nostri lavori: il loro essersi messi senza esitazione al fianco del Papa. Soprattutto da quando lo hanno visto mettersi al centro del 'Cortile dei gentili' e mostrare una straordinaria apertura, molto più di quanto si pensasse". Tra gli obiettivi dell’incontro degli ex allievi, il cardinale ha citato la riflessione sulle modalità di diffusione della fede "in una società secolarizzata ma che si mostra in attesa di ricevere di nuovo il messaggio del Vangelo".
L'Osservatore Romano