È una ripresa dell’attività di governo a pieno ritmo quella che attende il Papa in Vaticano dopo la pausa estiva e l'archiviazione dell’affaire Governatorato, su cui si sono addensati persino i "velenì del caso delle lettere anonime" di minaccia al cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Il ruolo strategico di nunzio apostolico in Italia è il primo punto all'ordine del giorno. Si tratta di un ruolo strategico, visti i rapporti strettissimi e di primo piano con il nostro Paese, finora ricoperto dal diplomatico di lungo corso mons. Giuseppe Bertello. Il quale lascia per subentrare al card. Giovanni Lajolo proprio alla presidenza del Governatorato della Città del Vaticano: la nomina è già stata pubblicata ma Bertello, che è così destinato anche alla berretta cardinalizia, prenderà possesso del suo ruolo il 1° ottobre prossimo. C’è tempo fino ad allora, dunque, per individuare il nome adatto da assegnare alla Nunziatura di Via Po.
A quanto si apprende, un nome è circolato frequentemente in queste settimane nelle stanze vaticane ed è quello di mons. Lorenzo Baldisseri, attuale nunzio in Brasile. Toscano, classe 1940, Baldisseri è un fine diplomatico dalla lunga esperienza. Alle spalle ha le nunziature di Haiti, Paraguay, India e Nepal e dal 2002 quella brasiliana, di altissima caratura essendo il Brasile il Paese con il più alto numero di fedeli e vescovi. Qui Baldisseri ha incassato, tre anni fa, un importante traguardo con la stipula del Concordato tra Brasile e Santa Sede, accordo giunto a più di un secolo dalla proclamazione a Repubblica dello Stato brasiliano, negoziato con il governo disinistra del presidente Ignazio Lula da Silva. E suggellato da una visita in Vaticano dello stesso Lula. Egregio pianista, diplomato al conservatorio di Firenze, Baldisseri godrebbe tra l’altro della simpatia del Pontefice anche per le sue capacità musicali. Due estati fa, su invito del Papa, il diplomatico toscano ha suonato brani di classica, da Chopin a Debussy, per il Pontefice e il fratello a Castelgandolfo. Concerti a parte, i giochi non sono ancora fatti e altre candidature potrebbero farsi avanti nei prossimi giorni. Sul tavolo del Papa c’è anche la nomina del nuovo patriarca di Venezia, vacante dopo la partenza del card. Angelo Scola per Milano. Tradizionalmente sede cardinalizia, per il prestigioso Patriarcato di Venezia è circolato il nome del diplomatico mons. Pietro Parolin, originario di Vicenza, attuale nunzio in Venezuela ed ex sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, cui però ora si aggiunge anche quello di mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo a Trieste e precedentemente segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace oltre a mons. Francesco Moraglia, vescovo di La Spezia. Più tempo prenderà invece, con tutta probabilità la nomina del successore del card. Velasio De Paolis alla Prefettura degli Affari economici, complicatasi dopo il tramonto delle candidature di mons. Carlo Maria Viganò, che lascia, dopo un acceso scontro, la carica di segretario del Governatorato ed è ora in attesa del placet degli Stati Uniti per essere ufficialmente nominato nuovo nunzio a Washington, di mons. Pietro Sambi, il precedente nunzio in America recentemente deceduto, come pure di mons. Antonio Maria Vegliò, che resterebbe al Pontificio Consiglio per i Migranti. Infine, in tempi non lunghissimi Papa Ratzinger potrebbe dover vagliare anche la nomina del nuovo Penitenziere maggiore. L’attuale, il card. Fortunato Baldelli, oltre ad aver raggiunto da un anno l’età della pensione, verserebbe in non buone condizioni di salute. Per la successione, in pole position appare il reggente mons. Gianfranco Girotti, mentre mons. Francesco Coccopalmerio, il cui nome era pure stato fatto per la Penitenzieria, dovrebbe rimanere al suo posto alla guida del dicastero dei Testi Legislativi.
Vatican Insider