domenica 30 ottobre 2011

L’arcivescovo di Canterbury: lo spirito di Assisi risolleva gli animi. Il card. Tauran: credenti e non credenti uniti nell’impegno per la pace

Alla Giornata di Assisi "l'atmosfera è stata semplicemente gioiosa" ed è stato "lo spirito di Assisi nel suo insieme a risollevare gli animi". Lo ha affermato ai microfoni della Radio Vaticana il primate anglicano Rowan Williams. "Mi sembrava di percepire - ha confidato l'arcivescovo di Canterbury - come una 'luce' o meglio, vorrei dire, come un tocco di spirito di libertà che aleggiava sulla giornata". Per il primate anglicano è stato particolarmente importante il discorso di Benedetto XVI e "veramente interessante l'analisi approfondita sui diversi modi di negare Dio e sui diversi tipi di violenza". Un'analisi, ha aggiunto nell'intervista, che "ho sentito condividere da molte persone con cui ho parlato ad Assisi". Con il Papa e il primate anglicano i leader religiosi, infatti, hanno convenuto che "la negazione di Dio, in definitiva, significa la negazione dell'umanità, e che se si cerca un vero umanesimo questo deve avere Dio al suo vertice". "Senza Dio - ha concluso Williams - si ha la vuota religione umanista del terrorismo e il vuoto umanesimo religioso del secolarismo. E nessuna di queste due cose è buona per il nostro mondo". All'incontro di Assisi "era percepibile anche un desiderio quasi unanime di impegnarsi, di collaborare per la giustizia, la libertà, la pace e la salvaguardia delle risorse naturali" ha affermato da parte sua il card. Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. "Nel corso di questa giornata - ha confidato il card. Tauran - ho ricordato quello che Giovanni Paolo II aveva scritto nella sua Lettera 'Novo millennio ineunte', quando diceva che il nome del Dio unico deve diventare sempre di più un nome di pace, un imperativo di pace". "Mi sembra - ha detto ancora il porporato francese - che tutti quelli che erano presenti ad Assisi hanno capito questo imperativo di pace. Ed è stato molto commovente, parlando gli uni con gli altri, scoprire che in fondo abbiamo valori fondamentali comuni, quali il senso del rispetto di Dio e del divino, il desiderio di Dio e del divino, il rispetto della vita, la consapevolezza della dignità della famiglia e anche questo immenso desiderio di pace, soprattutto tra i giovani: pace con Dio, o con l'Assoluto, e pace tra gli uomini". Per Tauran, "i credenti hanno in comune una strategia che vuole promuovere una pedagogia dell'incontro nel rispetto, ovviamente, delle specificita' religiose di ognuno, e un’arma comune che è la preghiera per implorare la pace". "In questo - ha sottolineato il capo dicastero - risiede la novita' dell'incontro di Assisi: la presenza degli agnostici, di persone che non negano che Dio esista ma che non l'hanno ancora trovato". Infatti, "la loro presenza, con la lotta interiore che conducono per trovare Dio, è un invito lanciato ai credenti a purificare la propria fede affinchè, attraverso una vita coerente, chi cerca Dio possa trovare il suo volto nella vita e nell'esempio dei credenti". "Io - ha concluso - torno sempre a questa frase che il Papa ha pronunciato il primo gennaio scorso, parlando della Giornata di Assisi: 'Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace; chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio'".

Agi

L’arcivescovo di Canterbury: lo spirito di Assisi risolleva gli animi. Il card. Tauran: credenti e non credenti uniti nell’impegno per la pace e la giustizia