sabato 12 novembre 2011

Card. Turkson: un dovere pubblicare la Nota sull’autorità pubblica mondiale. Nessuna contraddizione con la 'Caritas in veritate' di Benedetto XVI

Se la Nota pubblicata a fine ottobre dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace per proporre la creazione di un’autorità pubblica mondiale al fine di porre rimedio all’attuale crisi finanziaria ha ricevuto un’accoglienza tiepida all’interno della Curia romana, il card. Peter Turkson ritiene che il suo dicastero abbia solo fatto il suo dovere. Il cardinale ghanese si chiede se non sia stato criticato di aver rimesso in dubbio il capitalismo liberale. Lo scorso 24 ottobre, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha presentato alla stampa una Nota sulla "riforma del sistema finanziario internazionale nella prospettiva di un’Autorità pubblica a competenza universale". Secondo varie fonti, questo documento avrebbe scatenato la collera del Segretario di Stato, ritenendo che il dicastero del card. Turkson non abbia avuto l’incarico di effettuare tale analisi, presentata alla stampa alla vigilia del summit del G20 di Cannes. Il vaticanista italiano Sandro Magister sostiene in particolare che questo documento abbia "sconcertato molte persone, al Vaticano e altrove", "che sia in flagrante contraddizione con l’Enciclica 'Caritas in veritate' di Papa Benedetto XVI" e che, ormai non sarà più pubblicato nessuno scritto "senza preliminare controllo e autorizzazione della Segreteria di Stato". "Per una Nota come questa, e ne pubblichiamo da molto tempo, sull’ambiente, sul razzismo, ecc..., nessuno ci ha mai chiesto se avessimo ricevuto l’approvazione del Vaticano", si difende il porporato, chiedendosi se non gli si rimproveri in realtà di aver "rimesso in dubbio il capitalismo liberale". Quando gli è stato chiesto se si fosse unito agli "indignados" che manifestano contro la crisi finanziaria in tutto il mondo, il card. Turkson ha risposto: "Io non sono sceso in strada, noi facciamo solamente il nostro lavoro: abbiamo il diritto di diffondere la dottrina sociale della Chiesa e di promuovere degli studi come questo". "Il Santo Padre, quando scrive libri di teologia su Gesù, non si firma come Papa ma come Joseph Ratzinger. Svolge un lavoro da teologo che può essere messo in discussione dagli altri teologi", spiega ancora il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. "Allo stesso modo - continua - tutto ciò che proviene dal dicastero, non è dogma o fede. Abbiamo pubblicato questa Nota per aprire un dibattito alla vigilia del G20 di Cannes, e per affrontare la crisi che stiamo attraversando da molto tempo". Interrogato sulle reazioni alla Nota, Turkson afferma: "Ci sono coloro che ci applaudono e che ci dicono: ‘ora sono fiero di appartenere alla Chiesa Cattolica’, ci sono anche coloro i quali sono meno contenti. E poi c’è chi dice che abbiamo tradito l’insegnamento di Papa Benedetto XVI poiché lui non ha mai parlato di un’autorità politica". "Ma bisogna leggere il documento del Papa", osserva il card. Turkson aprendo l’Enciclica 'Caritas in veritate' nella quale il Papa afferma che è "urgente istituire una vera e propria Autorità politica mondiale". "Se, a causa delle reazioni al documento, il Segretario di Stato decidesse che le nostre analisi dovessero essere riviste, non sarebbe un problema per me", assicura ancora il card. Turkson che afferma di essere in Vaticano “per servire il Papa" e afferma di non avere "ancora ricevuto nessuna comunicazione di questo tipo".

Antoine-Marie Izoardroma, Vatican Insider