sabato 12 novembre 2011

Seminario a Bangkok promosso dagli episcopati d'Asia per vescovi e formatori contro gli abusi su minori del clero. Mons. Scicluna tra i relatori

L’Ufficio per il Clero della Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia organizza dal 14 al 19 novembre a Bangkok, in Thailandia, un seminario per vescovi e formatori dedicato alla pedofilia. L’iniziativa è stata promossa in vista della scadenza del maggio 2012, data entro la quale le Conferenze Episcopali di tutto il mondo dovranno presentare le loro “linee guida” su come rispondere e prevenire gli abusi, come richiesto dalla Lettera circolare pubblicata la scorsa primavera dalla Congregazione per la Dottrina della Fede alla luce delle nuove Norme sui delitti più gravi. Il seminario, cui parteciperanno una ventina di vescovi e cinquanta formatori, permetterà ai partecipanti in primo luogo di prendere coscienza della gravità del problema nella Chiesa in Asia. Il fenomeno della pedofilia, infatti, non riguarda solo l’Occidente, ma, coinvolge anche questo continente, come conferma il presidente dell’Ufficio per il Clero mons. Vianney Fernando: “Vari vescovi asiatici - ha detto il presule all’agenzia Eglises d’Asie - ricevono lettere da più parti nella Chiesa che indicano che la pedofilia è già diventato un problema grave ed esteso in Asia”. Tuttavia, evidenzia la stessa agenzia delle Missioni Estere di Parigi, ad oggi non se ne conosce la reale ampiezza, perché sono ancora rare le vittime che decidono denunciare gli abusi, mentre e Conferenze Episcopali asiatiche non sanno come affrontare il problema. Il seminario di Bangkok sarà quindi anche un’occasione per studiare le misure da adottare in caso di crisi e verso le persone implicate negli abusi e di elaborare direttive per proteggere meglio i minori. Tra i principali relatori mons. Charles Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della fede e uomo di punta della risposta vaticana alla crisi della pedofilia. Secondo il presule, anche in Asia occorre promuovere una nuova “cultura della divulgazione” e che le Chiese locali imparino a individuare con tempestività i casi quando si presentano.

Radio Vaticana