giovedì 8 dicembre 2011

Non mancano molti giorni alla nomina del nuovo Patriarca di Venezia. La Comunità di Sant'Egidio potrebbe dire la sua. I nomi della Segreteria di Stato

Fu grazie a un’intuizione di Igor Mann del 1995 che tutti ancora oggi la conoscono come l’“Onu di Trastevere”. Per il Vaticano, invece, è sempre stata semplicemente un’organizzazione dalle indiscusse capacità diplomatiche, la cui azione spesso raggiunge quei campi sui quali “gioca” anche la seconda sezione (Affari esteri) della Segreteria di Stato. La Comunità di Sant’Egidio, per molti data in difficoltà dopo l’elezione al soglio di Pietro del cardinale prefetto Joseph Ratzinger (non è un mistero per nessuno che i trasteverini credettero fino all’ultimo nell’elezione di Dionigi Tettamanzi), sembra avere trovato una nuova verve mentre il settimo anno di Pontificato di Benedetto XVI ha da qualche settimana effettuato il suo giro di boa. La nomina di Andrea Riccardi al ministero della Cooperazione, infatti, è arrivata non senza il placet del cardinale presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco il quale, già nel 2009, volle Riccardi in Cattedrale a Genova per parlare di laicità e bene comune. Ma al di là del governo italiano, è sul fronte ecclesiale che Sant’Egidio si segnala in forte ascesa. Non mancano molti giorni alla nomina del nuovo Patriarca di Venezia. Ed è qui che, non senza qualche sorpresa, Sant’Egidio potrebbe dire la sua. Venezia è sede prestigiosa non soltanto perché è l’unica, assieme a Lisbona, a mantenere il rango onorifico di Patriarcato, ma anche perché nell’ultimo secolo tre dei sette Pontefici sono stati eletti in conclavi nei quali erano entrati come Patriarchi di Venezia: Giuseppe Sarto (Pio X), Angelo Giuseppe Roncalli (Giovanni XXIII), e Albino Luciani (Giovanni Paolo I). Il dossier relativo a Venezia è ora nelle mani del prefetto della Congregazione per i vescovi, il cardinale franco canadese Marc Ouellet. Ratzingeriano di ferro, tratta le nomine più importanti direttamente con l’appartamento papale. La notizia di queste ore è che tra i nomi che egli considera papabili per Venezia c’è anche quello di Vincenzo Paglia. 66 anni, ciociaro, dal 2000 vescovo di Terni, è stato assistente di Sant’Egidio. E’ postulatore della causa di Beatificazione del vescovo di San Salvador Oscar Romero, il presule che per il suo impegno nel denunciare le violenze della dittatura del suo paese venne ucciso mentre celebrava, per il quale Paglia più volte, non senza un certo fastidio nelle raffinate stanze vaticane, ha celebrato Messa con la casula rossa, il colore che si concede ai martiri. Nelle scorse settimane il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone sembrava voler appoggiare invece l’ascesa a Venezia di Aldo Giordano, 57 anni, dal 2008 rappresentante pontificio a Strasburgo. Sulla sua candidatura però, sembra siano sorte complicazione dovute principalmente al fatto che non si vuole portare in una sede così prestigiosa un ecclesiastico che non è mai stato vescovo diocesano. E’ anche per questo motivo che in Segreteria di Stato è data come più spendibile l’ipotesi che prende il nome di Francesco Moraglia. 58 anni, di Genova, dal 2007 vescovo di La Spezia e presidente del consiglio d’amministrazione di Tv2000, Moraglia è presule di visione teologica e liturgica in sintonia con Papa Ratzinger. In alternativa c’è la strada veneta: Andrea Bruno Mazzoccato, arcivescovo di Udine, è uscito da un giro di pareri effettuato tra i vescovi veneti come il presule che gode del maggiore gradimento.

Paolo Rodari, Il Foglio